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Caso Marò, rinviata ancora la sentenza. Palazzo Chigi protesta: Decisione incomprensibile

Slitta ancora la sentenza della Corte suprema indiana sui ricorsi presentati dall’Italia in difesa della giurisdizione nazionale e della immunità funzionale dei due sottufficiali della Marina Militare, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti in India da piu’ di nove mesi.
E il governo italiano reagisce con una nota ufficiale esprimendo “forte delusione e profondo rammarico” per il posticipo, a oltre tre mesi dalla conclusione del dibattimento. L’Italia, “forte delle proprie argomentazioni fondate sul diritto internazionale”, ribadisce “la propria ferma posizione a fronte delle procedure giudiziarie indiane. Posizione – si legge nella nota – condivisa a livello internazionale, in seno alle organizzazioni internazionali e all’Unione europea, preoccupate per le conseguenze negative che il mancato riconoscimento della giurisdizione dello Stato di invio dei militari avrebbe sull’impegno internazionale nella lotta contro la pirateria in alto mare e nelle missioni di pace all’estero”.
Secondo Palazzo Chigi, il differimento della pronuncia della Corte suprema non appare “assolutamente comprensibile agli occhi delle istituzioni e dell’opinione pubblica italiane e provoca forte preoccupazione”. Il governo italiano proseguira’ “con immutato vigore” la propria azione volta a far prevalere le proprie ragioni e a riportare cosi’ in Italia quanto prima i due militari del Battaglione San Marco. L’Italia esprime tutta la sua vicinanza a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e confida che un grande Paese come l’India sappia assicurare la positiva e tempestiva soluzione di questo caso.
Intanto arriva la solidarietà del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha espresso ai familiari dei militari il sostegno del Paese e il costante, forte impegno delle istituzioni per una rapida soluzione della dolorosa vicenda.
Ricevuti questa mattina al Quirinale, rende noto un comunicato del Colle, i familiari dei marò erano accompagnati dal ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, e dal ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata.
E proprio il titolare della Farnasina ha assicurato che se la vicenda “non dovesse risolversi” l’Italia ha “delle altre strade e dei piani concreti da attuare sui quali il governo ha già ponderato le sue valutazioni”. Terzi ha aggiunto di “non potere anticipare” quali piani concreti il governo intenda mettere in atto.
I due marò intanto hanno chiesto il permesso di recarsi in Italia per le festività natalizie, riferisce l’agenzia indiana ‘Pti’.
La circostanza è confermata anche da fonti italiane informate della vicenda. L’istanza sarebbe stata presentata al tribunale dello Stato indiano del Kerala, dove i due militari sono detenuti da febbraio.