Berlusconi: Finita l’era dei tecnici. Poi avverte: Se si presenta, Monti dovrà dire addio al Quirinale
“Ho sentito che Monti è salito al Quirinale per dimettersi. Oggi finisce l’era dei governi tecnici spero che non ci sarà più una sospensione della democrazia come quella che c’è stata”. Lo ha detto Silvio Berlusconi arrivando all’hotel Parco dei Principi per cenare con il suo Milan alla vigilia del match di domani contro la Roma all’Olimpico.
Il Cavaliere ha riferito che non è arrivata nessuna telefonata del Professore: “non l’ho sentito oggi né dopo l’ultimo vertice del Ppe a Bruxelles dove io ho proposto che si candidasse come federatore dei moderati”.
In giornata aveva ribadito: ”Avevo proposto a Monti di fare il federatore dei moderati ma sembra essere su un’altra posizione e non ha neppure ritenuto opportuno di farmi una telefonata”. ”Adesso – aveva aggiunto – mi trovo costretto, nell’interesse del Paese e per senso di responsabilità, ad essere ancora io il federatore dei moderati”.
Se Monti scenderà in campo, aveva poi avvertito, si allontanerà dalla possibilità di diventare presidente della Repubblica ”perché al Quirinale – aveva spiegato – deve essere eletto qualcuno che possa garantire a tutte le parti in causa un’assoluta equanimità”.
A proposito delle dichiarazioni del presidente della Repubblica, che aveva parlato di “legislatura sprecata” sul piano delle riforme, Berlusconi aveva dichiarato: “In parte Napolitano ha ragione. Con il governo tecnico c’era la possibilità di avere in Parlamento la maggioranza eletta dagli italiani insieme con l’opposizione, a formare una grande maggioranza per fare le grandi riforme che sono necessarie a rendere l’Italia governabile, ma il governo non ha ritenuto di farle”.
Il governo dei tecnici si è “accucciato di fronte alle richieste dell‘Ue e soprattutto della Germania”, ha continuato Berlusconi, secondo il quale è indispensabile “un cambio totale di questa politica dei tecnici”.
“L’Unione europea ‘tedesca’ e del nord, ha imposto una politica di austerità che porta solo alla recessione e anche alla depressione. Non è solo un mio giudizio, ma è un giudizio dei più autorevoli premi Nobel”, ha aggiunto l’ex premier, che ha sottolineato come occorra “far ripartire le imprese, riducendo le imposte che su di esse gravano, rilanciando l’apertura al credito e snellendo la burocrazia intorno alle aziende”, ha osservato il leader del Pdl.
Lo spread ”è assolutamente indipendente dai governi ma dipende da altri fattori”, ha poi assicurato. ”Gli italiani devono capire, qualche imbroglio è stato montato dall’opposizione e dalla grande stampa per far chiudere un governo eletto democraticamente”.
A proposito della mancata riforma della legge elettorale, Berlusconi ha affermato: ”Procediamo con una legge elettorale che può essere imperfetta ma non mi sembra una grande perdita”.
Berlusconi è tornato anche a parlare del conflitto d’interessi. ”E’ una storiella – ha dichiarato -. Non è vero che io uso le tv per fare politica, in 25 anni le mie televisioni non hanno mai mandato in onda una trasmissione contro la sinistra: non è vero niente, quello di Bersani è un ritornello stonato”.
A proposito degli schieramenti in vista delle elezioni, Berlusconi ha osservato: “Si profila un ‘centrino’ di Casini, che sta avendo meno voti di Storace, ma che comunque toglie voti ai moderati, facendo automaticamente vincere la sinistra”. .
Per il Pdl resta però il nodo alleanze. E’ saltato il faccia a faccia tra Berlusconi e Roberto Maroni, previsto oggi pomeriggio, a palazzo Grazioli. Secondo fonti leghiste, l’incontro tra i due leader sarebbe stato rinviato.
Umberto Bossi, parlando con i cronisti alla Camera della possibilità di un’alleanza Lega-Pdl per le elezioni, ha dichiarato: “Se Berlusconi vuol fare il candidato premier è difficile…”. Nei rapporti tra Pdl e Lega ”il problema è che Berlusconi vuole essere lui il premier”, ha chiarito. ”L’intesa su un altro nome – ha poi osservato – deve trovarla lui con i suoi”. ”La Lega in Lombardia ce la fa anche da sola. Per le politiche è un’altra questione”, ha aggiunto.
Alla domanda se sarà di nuovo candidato per la Lega alle elezioni del 2013, il Senatur ha risposto: ”Penso di sì”. Infine, commentando l’ipotesi di una discesa in campo del premier, ha dichiarato: “Monti ha fatto troppi danni, la gente gli darà quel che merita”.
Social