Volantino choc sulle donne, don Corsi non si dimette: Quella lettera di scuse è un falso
Giallo sulle dimissioni annunciate da Don Piero Corsi, il prete che ha scatenato polemiche dopo il volantino sulla violenza alle donne. Con un ‘mea culpa’, il religioso aveva annunciato l’intenzione di mettere da parte la tonaca, abito del quale si sentiva “indegno”. Ma in mattinata lo stesso don Corsi ha “smentito di voler lasciare l’abito talare”.
“Smentisco di voler lasciare l’abito talare e di aver inviato alcuna lettera alle agenzie di stampa nella quale comunicavo questa decisione” dice all’Adnkronos, precisando che “quanto scritto nel comunicato di questa mattina” che “non ho inviato io” ed ” è totalmente inventato”.
Quanto alla vicenda di cui è protagonista, don Corsi si dice “dispiaciuto per le ingiurie ricevute in questi giorni” ma ribadisce il “diritto di tutti a manifestare le proprie opinioni”.
Don Corsi ha fatto riferimento alla lettera giunta questa mattina agli organi di informazione nella quale si spiegava la decisione di lasciare: “Con queste poche righe – dopo una notte insonne per il dolore ed il rimorso per la giusta polemica causata dalla mia “imprudente provocazione”, nel rinnovare ancora più sentitamente le scuse non solo a tutte le donne colpite dal mio scritto ma anche a tutti coloro che si siano sentiti offesi dal mio operato o dalle mie parole, in primis il giornalista verso il quale, in un momento di ira, ho proferito quella ignobile parola – voglio comunicare che ho deciso di mettere da parte l’abito talare, – scrive in una lettera aperta – del quale mi sento indegno, nella speranza che la riflessione e la penitenza mi consentano un giorno di riconquistare quella serenità che ho oggi innegabilmente smarrito”.
Le parole di don Piero Corsi, inoltre, non avevano trovato la conferma in quelle dalla Curia della Spezia: “Non è assolutamente vero”, spiega il portavoce del vescovo. “Nega di aver scritto la lettera, prenderà qualche giorno di ferie”
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