Benzina, indagine dell’Antitrust: Nelle pompe “bianche” si possono risparmiare fino a 13 centesimi al litro
”Oltre 2.000 pompe ‘bianche’ e 82 punti vendita collegati alla Grande Distribuzione Organizzata: sono i protagonisti della nuova fase che sta attraversando la rete distributiva dei carburanti per autotrazione, con effetti sui prezzi, più bassi, fino a 13 centesimi di euro al litro rispetto agli impianti delle compagnie petrolifere, laddove la spinta concorrenziale esplica gli effetti maggiori”. E’ la principale conclusione cui giunge l’indagine conoscitiva dell’Antitrust che ‘fotografa’ l’assetto del settore e chiede al legislatore ulteriori interventi normativi per rafforzare le potenzialità dei nuovi entranti, in grado di ‘rompere’ l’assetto oligopolistico.
L’indagine, avviata a marzo 2011, dà un quadro numerico, inedito, del settore: i punti vendita legati alle compagnie petrolifere continuano a fare la parte del leone, sono 22mila contro gli oltre 2.000 degli operatori indipendenti e gli 82 della Gdo. La classifica si capovolge se si guarda l’erogato medio per impianto: 7,2 milioni di litri per la Gdo, 1,6 per le pompe bianche, 1,4 per gli impianti ‘colorati’ (quelli delle compagnie petrolifere), spiega l’Antitrust.
Dall’analisi dei prezzi praticati alla pompa, lungo un periodo di circa due anni tra il 2010 ed il 2011, spiega l’Antitrust, emerge che gli impianti della Gdo praticano prezzi più bassi rispetto agli operatori indipendenti (pompe bianche), oltre che ovviamente rispetto agli impianti colorati delle società petrolifere. A livello assoluto la Gdo praticava prezzi da 9 a 13 centesimi di euro più bassi degli impianti colorati e da 1,5 a 5 centesimi di euro più bassi degli impianti ”bianchi”.
Le nuove spinte concorrenziali non hanno tuttavia lo stesso effetto sui prezzi a livello territoriale: analizzando per macrozone (Nord est, Nord ovest, Centro, Sud), a prescindere dalla tipologia di operatore, il Sud ha sempre prezzi più elevati, il Nord Est ed il Nord Ovest hanno i prezzi più bassi, il Centro ha una posizione intermedia, continua l’Autorità.
L’indagine dà atto al processo di liberalizzazione (in particolare l’eliminazione di ogni tipo di barriera all’ingresso), avviato negli anni passati e ripreso a partire dal 2012, di avere introdotto una discontinuità che incrementando il numero di nuovi soggetti non integrati presenti sul mercato ne ha incrinato l’assetto oligopolistico.
La stessa istruttoria, conclusa nel 2007 dall’Antitrust, con l’assunzione di impegni da parte delle compagnie, ha avuto un ruolo positivo nella stessa direzione. Anche la politica di forte scontistica, avviata questa estate dall’operatore leader di mercato, ha innescato una serie di reazioni di prezzo da parte degli attori del mercato che sembrano denotare un cambiamento in senso maggiormente concorrenziale dell’interazione di settore.
Nel breve periodo si potrebbe assistere a un profondo riassetto del settore intero, con operatori che perdono terreno (o addirittura escono dal mercato) ed altri che si rafforzano, sottolinea l’Antitrust. Per sostenere la dinamica concorrenziale e giungere ad un equilibrio caratterizzato da numerosi operatori che esercitano la distribuzione di carburanti in un contesto di effettiva concorrenza e non più di mera interazione oligopolistica occorre proseguire nel processo riformatore.
Per il presidente di Faib-Confesercenti, Martino Landi, ”i dati diffusi oggi non sono certo una novità: per questo noi gestori ci battiamo da tempo per interrompere l’oligopolio delle compagnie petrolifere e offrire ai consumatori prezzi più convenienti: strategia, per altro, che l’Antitrust sembra condividere, seppure a fasi alterne”.
”Nello stato attuale, solo pompe bianche e grande distribuzione organizzata possono approvvigionarsi sul libero mercato e vendere carburanti ‘scontati’: i circa 22mila gestori di impianti delle società petrolifere sono invece costretti a rifornirsi da queste, senza poter garantire ai clienti prezzi più bassi se non in occasione delle campagne di sconti organizzate dalle stesse compagnie, tra l’altro finanziate con il margine del gestore”, spiega. “I dati dell’Antitrust sottolineano ancora una volta il danno per i consumatori creato da questa situazione ibrida: occorre procedere quindi a un’attenta riforma e razionalizzazione della rete distributiva, che offra maggiori servizi e maggiore efficienza ai clienti”, conclude.
Il Codacons, commentando l’indagine dell’Antitrust, osserva: “Se gli italiani andassero sempre o potessero andare sempre” a fare rifornimento nelle pompe bianche “il risparmio, su base annua, sarebbe pari a 156 euro”.
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