Il professore risponde al Cavaliere: E’ un pifferaio magico che ha illuso anche me nel 1994
Quando parla di riduzione delle tasse, Silvio Berlusconi “mi ricorda la fiaba del pifferaio, è un autorevolissimo pifferaio“. E’ il duro attacco sferrato da Mario Monti al Cavaliere.
Secondo Monti la promessa di ridurre le tasse avanzata da Berlusconi è “un discorso illusionistico, perché fatto dal principale responsabile dell’alto livello delle tasse oggi, perché chi ha governato per otto degli ultimi undici anni deve pure avere qualche responsabilità. E’ puerile – incalza dagli studi di ‘Porta a Porta’ – che le scarichi su chi ha governato nell’ultimo anno”.
Il premier cita dei dati, ricordando che con il governo di Berlusconi le entrate pubbliche sono aumentate in media di 22 miliardi annui; con quello di Romano Prodi di 26 miliardi; con il suo di 20 miliardi. “Ha già illuso gli italiani per tre volte, la prima volta mi sono fatto illudere anch’io, economista e non politico, quando c’è stata la promessa della rivoluzione liberale nel 1994″, ammette Monti. “Che gli italiani possano ancora credere alla serietà di promesse di questo tipo venendo da quella bocca, mi ricorda la fiaba del pifferaio con i bravi topini attratti dal fascino e vanno ad annegare in quel fiume”.
“Chi è in grado di ridurre anziché di far aumentare gli spread, far risparmiare un sacco di soldi allo Stato – prosegue il premier – e se uno dice che le tasse sono lo Stato che mette le mani nelle tasche degli italiani acquista popolarità presso quella quota di italiani tendente allo zero che è stupida, ma la gran parte dei cittadini italiani sono maturi e responsabili”. Perciò usare un linguaggio di questo tipo “demolisce le premesse per una seria lotta all’evasione fiscale. Quindi – insiste Monti – chi promette di ridurre le tasse è chi in passato non ci è riuscito, che non sarebbe in grado di tenere sotto controllo gli spread perché non è creduto sul piano internazionale e perché ammiccando all’evasore fa sì che quella riduzione di tasse per i contribuenti onesti che deriva anche dalla lotta all’evasione sarebbe rimandata alle calende greche”.
Monti dice no a una maggioranza guidata da “un nuovo illusionista” o da “un vecchio illusionista ringalluzzito”. Quanto all’identikit riferito alla prima figura, il premier ricorda “proposte antipolitiche, il partito della rabbia” confessando di non sentirsi “tranquillo se Grillo sedesse al tavolo del Consiglio europeo di Bruxelles”.
Quanto alla situazione finanziaria Monti ribadisce che “ci siamo salvati da soli”. “Lo dico sempre alla Germania e ai Paesi del Nord: non è vero che l’Italia è un Paese debitore, è un Paese che ha dato soldi per salvare gli altri e ci siamo salvati con le nostre mani”.
Quanto alla sua formazione politica: “Non saremo la stampella di nessuno ma il pungolo di tutti”, assicura, respingendo in merito alla sua lista le accuse di populismo. “Non mi sento responsabile di populismo – dice il Professore -. Quando ero presidente del Consiglio, prima di quest’ultima fase quante volte mi è stato detto ‘non sei stato eletto’. Ebbene, ho voluto sottoporre l’ipotesi delle riforme al vaglio elettorale, avrei preferito che si chiamasse agenda Monti, poi mi hanno detto giustamente, che per il cittadino italiano medio l’agenda è quella del telefono o è il calendario. Poi è venuta fuori la lista, assicuro che mi dà imbarazzo, ma non per questo mi sento responsabile di populismo”.
Definisce poi il redditometro “una bomba a orologeria”. “Fosse stato per me non lo avrei messo – spiega – , si tratta di un’altra misura, doverosa, che è stata introdotta da chi ci ha preceduto, che ha punteggiato come bombe a orologeria la strada di questo governo”. “Voglio che l’Imu venga ridotta, ma senza le giravolte che ho visto fare nel 2008 proprio in questo studio” ha detto riferendosi agli interventi sull’Ici che annunciò e poi decise Silvio Berlusconi.
Esclude un’imposta patrimoniale: “Non ci penso”. E sulle pensioni dice che non avrebbe “preclusioni” a intervenire sulla riforma, ma ”non vorrei attenuare l’equilibrio di lungo periodo che porta alla finanza pubblica”.
Monti rivendica che la sua credibilità è all’89%, citando dati del sito ‘pagella politica’ che misura la corrispondenza tra quello che un leader politico “dice e quello che è vero”. Il premier ricorda poi che secondo questo indicatore il segretario del Pd Pier Luigi Bersani è al 73%, Silvio Berlusconi al 51 e Beppe Grillo al 44.
“Mi dicono – aggiunge Monti – che stando fermo avrei potuto rischiare di diventare presidente della Repubblica, ma ho pensato che fosse molto bella, molto importante, non tanto rilevante però per il destino dell’Italia, perché è abbastanza eccezionale un caso come quello del Presidente Napolitano che sarà ricordato come caso in cui, in condizioni difficili, è riuscito a dare una guida al Paese”.
Quindi replicando all’affermazione di qualche giorno fa del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, Monti assicura che “non c’è polvere sotto il tappeto“. Quanto all’ipotesi di una manovra aggiuntiva in primavera, “questo dipenderà da chi governa, ma tutti gli accertamenti fatti dall’Unione europea sono nel senso che il disavanzo strutturale non sarà significativamente diverso da zero”.
Il Professore considera poi ”verosimile” che Bersani diventi premier: ”E’ una convinzione legittima, e non inverosimile secondo i sondaggi. Ma ognuno di noi è qui per presentare una proposta agli italiani, e la mia è diversa da tutte le altre, perché mira a cambiare il rapporto tra la politica e i cittadini”.
Replicando invece a Nichi Vendola dice: “Non alzo bandiere, tranne quella italiana, ma si può ridurre un po’ la pressione fiscale se si lavora sulle strutture dello Stato in modo più incisivo di quanto finora Pd e Pdl hanno consentito”.
Quanto alla Lombardia, Monti dice di credere “che la presenza di Albertini renda più difficile il successo della Lega, che sarebbe una forte negatività”.
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