Lance Armstrong ammette da Oprah Winfrey: Mi dopavo anche prima del cancro
Come largamente anticipato dai media nei giorni scorsi, l’ex ciclista americano, Lance Armstrong, ha confessato nel corso della lunga intervista a Oprah Winfrey che sarà trasmessa negli Stati Uniti giovedì, di aver fatto uso di sostanze proibite per migliorare il suo rendimento a metà degli anni ’90, quindi prima che gli fosse diagnosticato il cancro. Lo scrive il quotidiano USA Today sul suo sito internet, citando un anonimo testimone oculare.
Né la giornalista statunitense, né l’ex ciclista hanno però confermato le indiscrezioni. Il giornale americano, dal canto suo, non spiega cosa Armstrong abbia ammesso di aver usato e la Winfrey si è limitata a scrivere su Twitter che l’intervista è durata due ore e mezza e che “Armstrong è venuto preparato”. Secondo una delle persone presenti all’intervista, citata dai media statunitensi, la conversazione è stata progressivamente “emozionante”.
Ma non è tutto. Secondo quanto scritto dal ‘The New York Times’, il corridore ha assicurato che i dirigenti dell’Uci conoscevano tutta la verità. “Sta pensando di testimoniare contro gente potente del ciclismo che conosceva il suo doping e che probabilmente lo ha facilitato”, dice al ‘NYT’ una fonte anonima. Secondo il giornale, Armstrong ha negato davanti alla Winfrey di essere stato il leader della trama di doping, posizione che gli attribuisce l’Usada, ed ha assicurato che semplicemente faceva le stesse cose che facevano i suoi compagni di squadra.
Lo scorso ottobre l’Agenzia Antidoping degli Stati Uniti, lo ha squalificato a vita basandosi su testimonianze e dichiarazioni di ex compagni. L’Uci gli ha tolto per questo i sette titoli del Tour de France ed ha affermato che merita di essere “dimenticato”. Ora Armstrong, che durante la sua carriera non è mai stato trovato positivo ad un test antidoping, ha deciso di fare un passo indietro perché “desidera gareggiare di nuovo nelle prove di triathlon e non solo”, assicura il ‘NYT’.
Le organizzazioni che adottano il codice mondiale antidoping non possono infatti ammettere un atleta che sia stato squalificato. L’ex ciclista considera la squalifica a vita “ingiusta”, per questo si è incontrato con i dirigenti dell’Usada per sapere che cosa doveva fare per mitigare la punizione ed evitare anche una possibile condanna per falsa testimonianza, poiché ha giurato davanti alle autorità federali di non essersi mai dopato. Travis Tygart, capo esecutivo dell’Usada, sarebbe disposto a ridurre la pena se Armstrong rivelasse chi lo ha aiutato a doparsi. “Questo implicherebbe Pat McQuaid, presidente dell’Uci, e Hein Verbruggen, presidente dal 1991 al 2005, un’epoca nella quale il doping nello sport non era così controllato”, aggiunge il ‘NYT’.
Poco prima della confessione registrata ad Austin, la sua città natale, il corridore texano si era scusato pubblicamente con lo staff della fondazione Livestrong, che lui stesso ha creato nel 1997 per aiutare i malati di cancro, e con alcune figure chiave del ciclismo mondiale. Secondo la CNN Armstrong ha pianto durante il suo discorso di 15 minuti davanti al personale della fondazione scusandosi “per lo stress che hanno dovuto subire a causa sua”. ‘The Washington Post’ ha inoltre assicurato che “prima della registrazione, Lance Armstrong ha fatto una serie di chiamate per scusarsi direttamente con le figure chiave della comunità ciclista, con i quali non era stato sincero sulla sua implicazione in pratiche di doping”.
La confessione potrebbe ora riabilitare in parte la sua immagine ma potrebbe anche implicare seri problemi legali. Il Dipartimento di Giustizia sta esaminando la denuncia presentata contro Armstrong dal suo ex compagno di squadra Floyd Landis che l’accusa di avere defraudato, al governo federale, decine di milioni di dollari, violando il contratto di gareggiare “in modo pulito” con la squadra U.S. Postal Service. Secondo NYT e CNN, Armstrong e’ disposto a restituire parte dei 30 milioni di dollari che il servizio postale del paese ha speso nello sponsorizzare la squadra. Inoltre, un’agenzia di promozione degli Stati Uniti gli ha chiesto di restituire il denaro che gli è stato pagato come bonus per aver vinto i suoi Tour de France e anche il quotidiano britannico ‘The Times’ gli ha chiesto il denaro che gli ha dovuto pagare per ingiurie.
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