Algeria, blitz finale dell’esercito: uccisi sette ostaggi e undici rapitori. Area piena di mine
E’ scattato il blitz finale delle forze algerine contro il commando di estremisti islamici asserragliati nell’impianto di estrazione di gas naturale di In Amenas, con diversi ostaggi stranieri e centinaia di lavoratori algerini.
E l’esito è drammatico. Sette ostaggi, dei quali non si conosce la nazionalità, sono stati uccisi dai terroristi mentre fra gli estremisti islamici si contano 11 vittime.
L’impianto era stato minato dal commando che mercoledi’ ha attaccato il sito e sono in corso operazioni di bonifica. ”Dopo l’intervento delle forze militari algerine nell’impianto per la produzione di gas di Tiguentourine – si legge in un comunicato della Sonatrach, la compagnia statale che gestisce l’impianto insieme alla Bp e alla Statoil – si e’ constatato che l’impianto era stato minato nell’intento di farlo esplodere”.
Nella nota, riportata dal sito web del quotidiano algerino El-Watan, si precisa che ”e’ in corso un’importante operazione di sminamento da parte delle unita’ specializzate dell’esercito algerino”.
Secondo quanto afferma ‘El Watan’, ieri sera i ”terroristi” avrebbero cercato senza esito di sabotare gli impianti del sito per l’estrazione di idrocarburi. Stamani, ”avendo perso ogni speranza di abbandonare il sito con gli ultimi sette ostaggi, i terroristi hanno iniziato a ucciderne alcuni, spingendo le forze speciali a intervenire”.
”I terroristi – spiega El-Watan nella sua ricostruzione – si preparavano a un suicidio collettivo. L’intervento di elementi delle forze algerine ha permesso la loro neutralizzazione. Purtroppo gli ostaggi erano già stati uccisi”.
Sono stati invece liberati 16 ostaggi stranieri che erano ancora in mano al commando di jihadisti: fra di loro ci sono due americani, due tedeschi e un portoghese. Tra i liberati anche 3 romeni e 2 norvegesi, tratti in salvo questa mattina.
Secondo una fonte ”informata” citata dall’agenzia di stampa mauritana Ani, il commando terrorista è arrivato dal Niger. Il gruppo, secondo la stessa fonte, era composto da una quarantina di uomini armati.
L’Esercito algerino intanto ha risposto alla critiche al blitz per liberare gli ostaggi in mano al commando di jihadisti che ha attaccato il sito di In Amenas, nel sudest dell’Algeria, affermando di aver evitato un ”vero massacro”. ”L’operazione e’ scattata in risposta alla decisione dei terroristi di uccidere gli ostaggi e compiere un vero massacro”, ha detto al quotidiano algerino El Khabar un ufficiale algerino coperto da anonimato.
L’attacco di In Amenas di certo ha peggiorato i rapporti fra Usa e Algeria. Le autorità algerine avrebbero infatti respinto un’offerta di aiuto da parte della Nato per la liberazione degli ostaggi nelle mani degli estremisti islamici asserragliati nel sito di In Amenas, nel sudest dell’Algeria. Lo riferiscono fonti della sicurezza di Algeri citate dal quotidiano locale ‘Echorouk’. “Il governo algerino non ha dato il suo consenso alla richiesta di aiuto avanzata dalla Nato”, hanno sottolineato le fonti coperte da anonimato.
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha condannato “nei termini più severi” l’attacco di mercoledì scorso in Algeria. I membri del consiglio “hanno espresso la loro profonda solidarietà e le sentite condoglianze alle vittime di questi atti atroci, alle loro famiglie e al popolo e ai governi di Algeria e di quei Paesi i cui cittadini sono stati colpiti”. Lo ha reso noto un comunicato diffuso ieri sera da Masood Khan, rappresentante permanente pachistano presso le Nazioni Unite. Questo mese, infatti, il Consiglio di Sicurezza è presieduto dal Pakistan.
Intanto si registrano le prime ripercussioni negative sul turismo in Algeria dopo l’attacco nel sudest del Paese. Secondo il sito web del quotidiano algerino El Watan, che cita una fonte ”attendibile”, circa 305 turisti stranieri di diverse nazionalita’ hanno rinunciato a recarsi a Tamanrasset, meta classica dei viaggi in Algeria che dista poche decine di chilometri dal sito attaccato mercoledi’ dal commando di jihadisti. Stando alla fonte citata dal giornale, le disdette sono legate al rifiuto da parte delle compagnie di assicurazioni di concedere ai turisti i documenti necessari per ottenere il visto per il viaggio ”a causa della situazione della sicurezza in Algeria e nel Sahel”.
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