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Crisi, si chiudono 1000 aziende al giorno, crollano le vendite: si taglia anche sul cibo

Sono 383.883 le imprese nate nel 2012, il valore più basso degli ultimi otto anni e 7.427 in meno rispetto al 2011, a fronte delle quali 364.972 aziende, pari a mille ogni giorno, sono quelle che hanno chiuso i battenti, un aumento di 24mila unita’ rispetto all’anno precedente. Come conseguenza, il saldo tra entrate e uscite si e’ attestato sul valore di 18.911 imprese, il secondo peggior risultato del periodo considerato e vicino, dopo due anni consecutivi di recupero, a quello del 2009, l’anno peggiore dall’inizio della crisi.
Questi i dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese risultante dal Registro delle imprese diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione statistica condotta da InfoCamere, la societa’ di informatica delle Camere di Commercio italiane. Al minimo storico di aperture e alla crescita delle chiusure, rileva lo studio, si registra un forte calo per gli artigiani, -1,4%.
Cattive notizie anche sul fronte del commercio con un nuovo calo delle vendite al dettaglio a novembre (-0,4% rispetto ad ottobre ). L’Istat comunica che si tratta del quinto calo mensile consecutivo e segnala come nella media del trimestre settembre-novembre 2012 l’indice e’ diminuito dell’1,3% rispetto al trimestre precedente. Su base annua il calo e’ del 3,1%.
Nel confronto con ottobre 2012, indica l’Istat, le vendite aumentano dello 0,1% per i prodotti alimentari e diminuiscono dello 0,6% per quelli non alimentari. Rispetto a novembre 2011, l’indice mostra una flessione del 2,0% per i prodotti alimentari e del 3,7% per quelli non alimentari.
Rispetto allo stesso mese del 2011 calano le vendite sia per la grande distribuzione (-2,1%) ma soprattutto per le imprese operanti su piccole superfici (-3,9%). Nel confronto con i primi undici mesi del 2011 l’indice grezzo diminuisce del 2,0%, come risultato di un calo contenuto delle vendite di prodotti alimentari (-0,6%) e di una flessione piu’ marcata di quelle di prodotti non alimentari (-2,6%).