Mps, i pm: Situazione esplosiva. Ma Grilli assicura: Il sistema bancario è solido
Per Mps non serve il commissariamento. Mentre c’è piena fiducia nella Banca d’Italia, che ha messo in campo una vigilanza “continua, attenta e appropriata” e sta per rendere pubbliche le sanzioni per il vecchio management di Rocca Salimbeni. Così come i Monti bond sono uno strumento appropriato, “preventivo”, e non un salvataggio di Stato. Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli parla a lungo in audizione di fronte alle commissioni congiunte di Camera e Senato e non si sottrae alle richieste di chiarimento, anche polemiche, dei parlamentari. Intanto, è il presidente di Mps, Alessandro Profumo, a tenere aperte tutte le porte per il futuro, inclusa la nazionalizzazione. Nel caso in cui il Monte non fosse in grado di ripagare i Monti bond e il lavoro dei nuovi vertici non raggiungesse gli obiettivi fissati.In un’intervista a Ballarò, il banchiere parla di un’ipotesi estrema. La nazionalizzazione di Mps, riconosce, ”puo’ potenzialmente accadere”, ma, puntualizza, “sottolineo potenzialmente, perché abbiamo fatto un piano industriale con il nuovo Cda e il nuovo management, che dovrebbe consentirci di restituire questo finanziamento, questo supporto pubblico che stiamo ricevendo oggi. Uso il condizionale perché c’è tantissimo lavoro da fare e questo è quello che noi ci siamo impegnati a fare”.
Esclusa, invece, l’ipotesi commissariamento. Le condizioni di Mps “non lo richiedono”, dice con chiarezza Grilli, ricordando che è uno strumento che si applica in caso di “situazioni gravi per la stabilità” di una banca. E non è il caso di Mps.
Nella sua audizione, il ministro prende le distanze dalla polemiche della campagna elettorale e invita tutti i soggetti coinvolti alla cautela. “E’ necessaria prudenza e responsabilità nel dibattito” sugli intermediari finanziari in genere e su Mps in particolare, evidenzia. “Le preoccupazioni sul nostro paese sono diminuite ma sono ancora presenti”, ricorda, aggiungendo che “uno dei punti di forza dell’Italia è la riconosciuta solidità del sistema bancario e finanziario”. Per questo, “è indispensabile non insinuare dubbi sulla solidità del sistema”, sottolinea ancora Grilli.Non ci devono essere dubbi, invece, sull’operato di Bankitalia. L’azione di vigilanza su Mps “è stata continua, attenta e appropriata”, scandisce Grilli, citando passaggi della relazione che gli è stata consegnata dal Governatore Ignazio Visco. Via Nazionale, secondo l’accurata ricostruzione degli interventi effettuati, “ha interrotto comportamenti anomali e ad alta rischiosità” nella gestione di Mps. E tuttora, l’azione di vigilanza “è in corso con grande attenzione” in sinergia con il nuovo management.Anche nelle parole di Grilli torna il concetto di discontinuità tra vecchio e nuovo management. Tanto che sono in arrivo sanzioni, proprio da parte di Bankitalia, nei confronti dei vecchi amministratori. Questo, a causa dei “pesanti rilievi” mossi e delle “gravi carenze riscontrate nella gestione della liquidità”. Ad oggi, annuncia il ministro dell’Economia, l’azione sanzionatoria, è “in fase conclusiva”.
Altro obiettivo del ministro è quello di evidenziare la necessità di impedire, per quanto possibile, che la nuova banca venga travolta dai veleni della vecchia. Per questo, nella vicenda Mps “vanno tenute distinte le responsabilità individuali” da quelle della banca.Grilli dedica una parte consistente della sua relazione anche alla difesa dei Monti Bond. L’intervento del Governo, spiega a più riprese, “non si configura come un intervento di salvataggio di una banca insolvente” ma come sostegno per “il rafforzamento del capitale secondo gli standard Eba”. Il finanziamento pubblico deciso per Mps, del resto, è “un prestito ad un tasso di interesse del 9%”.
I Monti bond, ripete Grilli, “non sono un intervento a favore delle banche e del management”. Il ministro, entrando nel dettaglio delle caratteristiche dei ‘Nuovi strumenti finanziari’ insiste su un concetto chiave: sono “un prestito e non un contributo a fondo perduto”. Per la banca ci sono condizioni “pesanti e con onerosità crescente per incentivare il rimborso nel più breve tempo possibile”. Non solo. Mps, se accederà ai Monti bond, creerà ”importanti vincoli in termini di governance”. E, tra gli altri, Mps avrà ”il divieto alla distribuzione dei dividendi” e “vincoli nella politica delle remunerazioni”.
Rispondendo alle domande dei parlamentari, Grilli non si sottrae a un confronto fra i Tremonti bond e i Monti bond. I vecchi strumenti finanziari erano “correttivi”; i nuovi strumenti, al contrario, sono “preventivi”. Nel primo caso, “tante banche in Europa, e non in Italia, erano in gravissime condizioni” e i bond vennero ideati per “ridare alle banche liquidità e ripartire con il credito”, anche con “il richiamo all’impegno di dare credito a pmi”.Per i Monti bond “l’approccio è invece preventivo e non correttivo”. Alla luce della crisi, per “banche soggette a fragilità ma anche esposte a grandi portafogli in titoli di Stato”, nell’ottica di “prevenire crisi di singole istituzione e problemi sistemici”, è stato deciso di “innalzare i criteri prudenziali sui capital ratio” e “vengono dati soldi non per salvare banche insolventi ma per tenerli come buffer aggiuntivo”.Infine, il capoitolo derivati. Se nello specifico di Mps Grilli esclude che le famigerate operazioni Alexandria, Santorini e Nota Italia siano collegate al finanziamento di Antonveneta, “non mi risulta che siano connesse”, per quanto riguarda il sistema “le condizioni di mercato sono rassicuranti”. Ad oggi, dice il ministro, “non ho segnali particolari sul sistema bancario italiano” per quanto riguarda i derivati.
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