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Marchionne assicura: I nostri impegni sono seri, non chiuderemo impianti in Italia

“Per volere della mia famiglia e di Sergio Marchionne, nonostante le difficoltà della situazione di mercato abbiamo fatto scelte difficili per poter continuare a produrre in Italia”. Lo ha detto il presidente della Fiat, John Elkann, in occasione dell’inaugurazione delle Officine Maserati di Grugliasco.
Lo stabilimento Maserati di Grugliasco da oggi si chiamerà ‘Avv. Giovanni Agnelli plant’, ha annunciato Elkann, spiegando che si tratta di una scelta per “onorare la memoria di mio nonno in modo speciale, un modo che ricordi la sua figura e soprattutto il rapporto speciale che ha sempre avuto con la sua terra”.
Marchionne ha sottolineato che l’impianto di Grugliasco ”assume un significato simbolico specialmente in un momento di crisi come quello che il nostro Paese sta vivendo. E’ un modo per testimoniare che il nostro impegno è serio ed è un segnale di speranza, la dimostrazione che si può combattere il declino e avviare un nuovo corso”.
”Tutti i produttori di massa perdono soldi in Europa e soffrono di un problema cronico di sovracapacità produttiva, ma la Fiat non intende piegarsi alla crisi di mercato, non intendiamo rassegnarci a perdere soldi in Europa” ha aggiunto l’amministratore delegato della Fiat. ”Siamo determinati a usare i nostri stabilimenti italiani come base di produzione per veicoli destinati ai mercati di tutto il mondo – ha detto Marchionne – Non dico che sia una strategia facile, io stesso l’ho definito un piano ‘non per i deboli di cuore’ ma nella vita, come nel business, si impara che nei momenti difficili bisogna fare scelte coraggiose”. Quindi ha assicurato: “Confermo che non chiuderemo alcun stabilimento in Italia”.
Marchionne ha poi sollecitato a non usare la Fiat per fini politici. ”Confondere i compiti e le responsabilità del mondo politico con quelli di in un’industria, usare l’una per colpire l’altro non solo è assurdo ma è soprattutto dannoso. Possiamo usare la Fiat per ridare all’industria italiana un futuro diverso e molto migliore, per il contributo che può offrire in termini di investimenti e di occupazione alla fase di ricostruzione dell’Italia e come testa di ponte per aprire il Paese ad una nuova fase di export. Usiamola per questo, ma solo per questo, non abusiamo di lei per fini politici”. ”Le energie spese per attaccare la Fiat – ha aggiunto – gli sforzi anche spasmodici per trasformarla in un’arena politica sarebbe molto più utile indirizzarli verso il risanamento del Paese”.
Quanto a Grugliasco, ”l’entrata in produzione della Maserati Ghibli e la successiva salita produttiva ci permetterà di assicurare un pieno impiego di tutti i lavoratori dello stabilimento entro la fine dell’anno”.
Poi, riguardo ai 19 lavoratori dello stabilimento di Pomigliano che il Lingotto dovrebbe mettere in mobilità dopo la sentenza del Tribunale di Roma che obbligava l’azienda ad assumere altrettanti lavoratori Fiom, Marchionne ha detto: ”Troveremo una soluzione”.
Elkann e Marchionne, arrivati nello stabilimento insieme a Luca Cordero di Montezemolo, sono stati accolti dagli applausi dei lavoratori presenti. Un riconoscimento che assume un significato particolare, se si considera che alla ex Bertone la Fiom era la vera roccaforte, con quasi otto dipendenti su dieci iscritti ai metalmeccanici della Cgil che a differenza di quando accaduto in altri stabilimenti del Gruppo hanno accettato il nuovo modello contrattuale del Lingotto. Il presidente della Fiat e l’ad hanno salutato uno per uno i dipendenti stringendo loro la mano.