Usa chock, in manette a 7 anni per aver rubato 5 dollari. La madre chiede 250 milioni di risarcimento
Ancora un’incredibile storia di violenze nei confronti dei bambini negli Stati Uniti, ma questa volta i protagonisti sono gli agenti di New York che hanno arrestato, ammanettato e detenuto per 10 ore – quattro nella scuola e sei nella centrale – un bambino di sette anni accusato da un compagno di classe di aver rubato 5 dollari. La storia è avvenuta all’inizio di dicembre nel Bronx ma è stata raccontata adesso dal ‘New York Post’ perché la madre del piccolo Wilson Reyesha fatto causa al Nypd per i maltrattamenti subiti dal figlio. Anche il padre del piccolo presunto ‘derubato’ – secondo la ricostruzione del tabloid, infatti, l’intera vicenda del furto era un malinteso – ha condannato il comportamento della polizia. “Se è stato ammanettato per tutto quel tempo – ha detto Santiago Acevedo intervistato dal ‘Post’ – è una cosa negativa, è solo un bambino”.
Era stata la moglie a presentarsi all’ufficio del direttore della scuola PS X114 per denunciare il fatto che il figlio era stato picchiato e rapinato da Wilson quattro giorni prima. A questo punto il direttore della scuola ha chiamato la polizia per denunciare a sua volta quella che veniva definita come una vera e propria “rapina”. Intanto, dopo il clamore suscitato dalla denuncia del ‘Post’, la polizia di New York ha avviato un’inchiesta interna per verificare il comportamento degli agenti che il 4 dicembre scorso risposero alla chiamata della scuola. Secondo quanto denunciato dalla madre del piccolo, quando alla donna è stato finalmente permesso di vedere il bambino dopo diverse ore lo ha trovato ammanettato ad un tubo del muro. La donna ha presentato lunedì ricorso contro la città di New York chiedendo 250 milioni di risarcimento. Il vice capo della polizia, Paul Browne, nell’annunciare l’avvio dell’inchiesta interna, ha comunque definito “distorte e mistificatorie” le accuse della madre di Wilson.
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