Visco vuole più potere per Bankitalia: Per difendere la stabilità e rimuovere i “cattivi” manager
La Banca d’Italia “deve poter intervenire efficacemente nei casi in cui, sulla base di fondate evidenze, ritenga necessario opporsi alla nomina di esponenti aziendali o rimuoverli dall’incarico”. Lo ha rimarcato il governatore della banca centrale Ignazio Visco, intervenendo all’Assiom Forex di Bergamo. Per questo, ha aggiunto, “il quadro normativo va rafforzato”, giacché oggi “la Banca d’Italia può chiedere agli azionisti di rinnovare il vertice aziendale, ma non può incidere sulle loro decisioni, né direttamente rimuovere un amministratore”.
Per Visco, inoltre, le banche in perdita non devono distribuire bonus ai propri manager: “E’ necessario che la parte variabile delle remunerazioni delle figure aziendali che influenzano il processo di assunzione dei rischi fletta in linea con i risultati reddituali: non dovranno, in particolare, distribuire bonus le aziende in perdita”. “I premi devono essere legati al conseguimento di risultati stabili – ha spiegato – non dovuti semplicemente a eventi di natura straordinaria: solo le componenti reddituali strutturali possono costituire il punto di riferimento nella definizione dei bonus e nell’applicazione dei sistemi che ne prevedano, in alcuni casi, la restituzione”.
CRISI – “L’Italia non deve abbassare la guardia” ha avvertito Visco. I programmi di consolidamento dei conti pubblici e di riforma nei Paesi investiti da tensioni finanziarie “devono continuare, pur con la necessaria e dovuta attenzione alla necessità di mitigarne le conseguenze di natura sociale e distributiva”.
MPS – “Le gravi vicende che hanno interessato nelle ultime settimane il Monte dei Paschi di Siena non cambiano le nostre valutazioni sulle condizioni complessive del sistema bancario italiano” ha detto il governatore della Banca d’Italia. “All’origine delle difficoltà del gruppo Mps – ha affermato – vi sono un’ambiziosa operazione di acquisizione (Banca Antonveneta, ndr) effettuata alla vigilia dello scoppio della crisi, sulle cui modalità sono in corso approfondimenti importanti e doverosi e una gestione dei rischi finanziari non adeguata, le cui conseguenze sono state aggravate dalla crisi del debito sovrano”.
“In un contesto di gravi e crescenti tensioni finanziarie”, l’intervento della Banca d’Italia “ha consentito di preservare la stabilità” di Banca Mps, ha evidenziato Visco, “migliorandone il grado di capitalizzazione e avviando a normalizzazione la precaria situazione della liquidità”. “Le transazioni ritenute illegittime – ha spiegato – sono state portate a conoscenza delle competenti autorità giudiziarie, alle quali la Vigilanza della Banca d’Italia e l’Unità di Informazione Finanziaria, per le questioni di rispettiva competenza, offrono piena collaborazione”.
Visco ha anche rimarcato che “a differenza di quanto avvenuto in molti casi all’estero, il sostegno fornito a Mps (i Monti bond che verranno emessi a brevissimo, ndr), come quello dato negli anni scorsi ad altre banche italiane di dimensioni minori (i Tremonti bond, ndr), non è il salvataggio di una banca in crisi. Si tratta di un prestito – ha proseguito – computabile nel patrimonio di vigilanza, concesso dallo Stato a un costo particolarmente elevato e crescente nel tempo”.
Si apprende intanto che il Tar del Lazio ha rigettato l’opposizione della Banca d’Italia, ordinando di depositare immediatamente il parere del Direttorio del 27 gennaio e tutti gli atti del procedimento relativi al prestito da 3,9 miliardi di euro concesso a Mps. Lo comunica il Codacons sottolineando che il ministro dell’Economia dovrà provvedere al deposito di “ogni e qualsiasi atto, nessuno escluso”, prima del 20 febbraio, quando cioè il Tar deciderà se bloccare il mega prestito all’istituto di credito. Il Tar ha convocato il prossimo 20 febbraio il presidente di Mps, assieme al direttore generale ed al responsabile del Servizio di Vigilanza della Banca d’Italia.
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