Sinistra di governo: se ci sei batti un colpo
Monti con la fase due è partito bene: ha risposto picche alla richiesta dei sindacati di essere sentiti congiuntamente. L’agenda prevedeva incontri separati e così sarà. Gli incontri si svolgeranno la prossima settimana, e sono stati preceduti da quando Monti si è insediato da un continuo tam tam sulla gravità della situazione.
Diciamocela tutta. Su questo si gioca la credibilità del paese. Qui non si può ripetere la scena della rivolta delle regioni, dal Piemonte alla Puglia, contro la liberalizzazione degli orari dei negozi. Ne va del futuro, e sarà bene che anche la signora Camusso se ne renda conto.
Ma sotto sotto, la vera scadenza senza appello è quella per il PD, come partito di governo, che dalla Cgil dovrà prendere le distanze.
Lo stiamo aspettando da almeno venticinque anni. Da quando costrinse proprio la Cgil, quella di Luciano Lama, al referendum contro l’abrogazione dell’automatismo della contingenza.
O il PD esce dall’arroccamento in cui è rinchiuso da allora (1985). O il ritardo che la società italiana accusa per l’assenza di una sinistra di governo (ritardo con buoni complici, sia ben chiaro) diventa tragicamente incolmabile.
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