“Una vita spericolata”, e’ morto a 74 anni Franco Califano generoso poeta di borgata
Una vita spericolata, sempre sull’orlo di un precipizio. Si è spento nella sua casa di Acilia il ‘califfo’, Franco Califano. Era nato a Pagani, in provincia di Salerno, cresciuto tra Roma e Milano. Autore di brani indimenticabili scritti anche per Mia Martini (‘Minuetto’), Ornella Vanoni (‘La musica infinita’,’ Una ragione in piu’), Peppino di Capri (‘Un grande amore e niente più, che vince il Festival di sanremo nel 1973), ma anche per Edoardo Vianello e Wilma Goich, Mina e Loretta Giggi, che porta al successo le sue ‘Notti d’agosto’.
Cantautore, poeta, come amava definirsi, Franco Califano ha firmato celebri hit. ‘Tutto il resto è noia’, ‘La mia libertà’, ‘Io nun piango’, ‘Cesira’, ‘Avventura con un travestito’, ‘Pasquale l’infermiere’, spesso autobiografiche, ispirati alle sue personali vicende private. Una vita di eccessi mai negati, la sua, tra canzoni, concerti, night, serate nei piani bar, alcol e droga. Arrestato la prima volta nel 1970 per possesso di stupefacenti, venne assolto con formula piena. Da questa esperienza carceraria è nato l’album ‘Impronte digitali’. Giovanissimo aveva avuto una figlia, Silvia, che ora fa la ballerina. Non aveva mai negato la sua paternità, le aveva dato solo il nome, ma era sparito qualche mese dopo la sua nascita. ”Perché i figli si devono crescere e amare – aveva detto un giorno – Io, questa possibilità me la sono sempre negata”.
Negli ultimi tempi si era dato al sociale e alla tv. ‘Frequentava’ le carceri, preparava concerti ed era amatissimo dai detenuti, che forse si riconoscevano nella sua storia personale, nella sua travagliata esistenza. Franco Califano, negli ultimi tempi, era tornato anche in tv, partecipando a programmi cult. ‘Musica Farm’, ‘Ciao Darwin’ e in qualità di guest alla trasmissione ‘Tale e Quale Show’. La commozione degli amici e colleghi. “Mi dispace profondamente – dice Paolo Bonolis all’Adnkronos – Credo che non abbia terminato così come aveva iniziato. Credo che l’epilogo non sia stato all’altezza di come aveva iniziato: ha vissuto come un grandeur ma gli ultimi anni sono stati molto pesanti per lui. Quando l’ho frequentato ho capito che era un uomo di cuore. Ma ha vissuto oltre i limiti e questo non ti viene mai perdonato. Se non metti la divisa della persona perbene vieni additato a volte anche oltre il lecito. Credo che questa morte sia un sollievo per lui”.
“Questa notizia di Franco mi ha lasciato basito, senza parole”, afferma Rosario Fiorello all’Adnkronos. “Ieri Enzo Iannacci, oggi Franco Califano: una Pasqua da dimenticare per noi che facciamo questo mestiere. Sono due persone inimitabili, due artisti unici. Ma con Califano eravamo anche molto amici, ci volevamo proprio bene”, aggiunge Fiore ricordando l’amico che aveva cointribuito dal 2000 a riportare in auge con le sue imitazioni.
“La nostra amicizia è nata con la prima edizione di ‘Stasera pago io’ che coincise con una rinascita artistica per tutti e due. Io entravo in Rai ed era la mia ultima chance: se andava male quel programma mi ero detto che avrei smesso di fare tv. La prima puntata feci un gioco con una ipotetica manopola con cui cambiavo voce, partivo da Pino Daniele, passavo a Vasco Rossi e finivo con Califano: fece talmente ridere la parte di Califano che decidemmo di fare solo lui. In un modo in cui nessuno lo aveva mai imitato, perché fino ad allora tutti parlavano di sesso. Io invece proposi il Califano che si svegliava di notte e mangiava qualsiasi cosa. Ebbe molto successo. Di questa improvvisa popolarita’ ne beneficiammo entrambi. Anche lui non era proprio in un momento esaltante. E fu molto felice”, ricorda ancora Fiorello.
“Così -prosegue lo showman- mi fece una telefonata a sorpresa. Lo sapevano solo gli autori. Io rimasi impietrito. E l’ultima puntata venne in studio e ci divertimmo moltissimo. Da lì in poi ci siamo visti tante volte, tantissime. Era una persona di una generosità enorme. Era un libro aperto, sempre schietto non ha mai fatto molto mistero di tutti i suoi eccessi. Ed aveva ancora progetti tanti progetti nonostante il brutto male che l’aveva colpito. E il necrologio più bello se l’è fatto da solo. Diceva che voleva sulla lapide una sola frase: non escludo il ritorno. E spero che i familiari lo facciano davvero”.
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