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Milano, l’omicida del gioielliere confessa: “Ero disperato economicamente, non volevo ucciderlo. E’ stata una fatalità”

Milano, l’omicida del gioielliere confessa: “Ero disperato economicamente, non volevo ucciderlo. E’ stata una fatalità”

Una “tragica fatalità” ha portato il 21 marzo scorso all’omicidio di Giovanni Veronesi, l’orefice di 73 anni trovato morto nel suo negozio di via dell’Orso, a Brera, nel centro storico di Milano. Così, almeno, l’ha spiegata Ivan Gallo, l’impiantista disoccupato di Cesano Boscone, arrestato pochi giorni dopo il delitto a Marbella, in Spagna, dove era fuggito per raggiungere la compagna e la figlia di 4 anni.

Estradato in Italia, l’uomo è stato sentito per l’interrogatorio di garanzia ieri, nel carcere di Opera, dal gip di Milano Natalia Imarisio. Ad assistere al confronto c’erano anche il procuratore aggiunto Alberto Nobili, il pm Giancarla Serafini e il difensore di Gallo, l’avvocato Alba Millemaci. Agli inquirenti l’uomo avrebbe spiegato di non essere andato da Veronesi, quella mattina “per ucciderlo, ma solo per rapinarlo perché ero in condizioni economiche disperate”. Gallo ha anche ripetuto di essere molto pentito e ha chiesto perdono alla famiglia Veronesi.