Quirinale, Bersani si accorda con Berlusconi ma spacca il Pd e candida Franco Marini
”Avanzo la candidatura di Franco Marini” alla presidenza della Repubblica. Pier Luigi Bersani lo annuncia alla riunione dei gruppi di Pd e Sel raccogliendo il gelo della sala. Un nome, quello di Marini già trapelato dalle indiscrezioni filtrate da fonti parlamentari del Pd che parlavano di un’intesa tra Pd, Pdl e Scelta civica sull’ex presidente del Senato ed ex leader Cisl.
“Siamo in mare mosso, insieme a larga coesione servirà esperienza politica, capacità ed esperienza”, per questo “avanzo la candidatura di Franco Marini”, ha spiegato Bersani. “Sarà in grado – ha aggiunto – di assicurare la convergenza delle forze politiche di centrodestra e centrosinistra, ha un profilo per essere percepito con un tratto sociale e popolare. E’ personalità di esperienza con carattere di reggere le onde e con radici nel mondo del lavoro, ed è persona limpida e generosa. Costruttore del centrosinistra”. ”La discussione sul Quirinale è separata dal governo, questo vale per Berlusconi e per Grillo – ha chiarito Bersani -. Il Capo dello Stato va votato a larga maggioranza. E’ sempre stato difficile, nelle condizioni date non è facile”. Da Silvio Berlusconi arriva la conferma di un’intesa sul nome di Marini. Giunto all’assemblea dei gruppi del Pdl, l’ex premier definisce quello indicato da Bersani un “nome buono” per la presidenza della Repubblica. Franco Marini è una persona seria, non è una sconfitta per noi, avrebbe detto durante la riunione dei gruppi del Pdl a Montecitorio. Votate compatti, non deve mancare nemmeno un voto, così domani pomeriggio posso andare ad Udine per contribuire ad una nuova vittoria.
Il nome dell’ex presidente del Senato però non convince molti sia nel Pd che in Sel. La prima bocciatura forte e chiara arriva da Matteo Renzi che avverte: “I nostri parlamentari non lo voteranno”. “Votare Marini significa fare un dispetto al Paese”, ha spiegato a ‘Le invasioni barbariche’ il sindaco di Firenze. Perché “si sceglie una persona più per le esigenze degli addetti ai lavori che per il Paese”. ”Rodotà è meglio di Marini - scandisce Renzi -. Ma ce ne sono tanti meglio di Marini, persino tra i nomi fatti dal centrodestra”. “Ma non credo che Rodotà abbia chance, se Pd e Pdl si sono messi d’accordo. La verità è che Bersani e Berlusconi si sono messi d’accordo ma Bersani il nome l’ha fatto scegliere a Berlusconi. In una situazione analoga, nel 2006, Fassino l’ha scelto lui Napolitano. E nel ’99, in una situazione analoga, Veltroni ha scelto Ciampi e poi l’ha fatto condividere”. Renzi ha poi aggiunto: “Bonino è meglio di Marini. Prodi è meglio di Marini, lui ha avuto una visione del Paese. Amato è meglio, è uno che ha un profilo diametralmente opposto a quello che dico io ma ha una caratura internazionale”.
Non solo i renziani però ma anche deputati in ordine sparso hanno già dichiarato il loro no all’ex segretario della Cisl, da Pippo Civati a Marianna Madia a Sandra Zampa. Più di una perplessità anche tra i parlamentari di Sinistra e Libertà tentati da una convergenza su Stefano Rodotà. Nel pomeriggio infatti lo stesso Nichi Vendola aveva avvertito: “Se lavoriamo nella direzione dell’inciucio non stiamo facendo l’interesse del Paese, mentre invece bisogna guardare con attenzione alle proposte del Movimento Cinque Stelle”.
Social