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Napolitano accetta di ricandidarsi. Pd spaccato, Sel per Rodotà. Grillo: “Un Golpe”

Napolitano accetta di ricandidarsi. Pd spaccato, Sel per Rodotà. Grillo: “Un Golpe”

E’ in corso a Montecitorio il sesto scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica, che dovrebbe concludersi con un reincarico perGiorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica ha infatti accettato la proposta venuta da Pd, Pdl e Scelta civica per una sua conferma al Quirinale.

Sulla carta l’attuale capo dello Stato dispone di 799 voti, 295 in più rispetto alla maggioranza assoluta richiesta di 504, visto che solo Movimento 5 stelle e Sel hanno annunciato che la loro preferenza andrà a Stefano Rodotà. Poco prima della sesta votazione, il capo dello Stato in carica ha sciolto la riserva rispondendo positivamente all’appello che gli era stato rivolto questa mattina da Pd, Pdl e Scelta civica e dai rappresentanti delle Regioni riuniti a Montecitorio per le votazioni. ”Nella consapevolezza delle ragioni che mi sono state rappresentate, e nel rispetto delle personalità finora sottopostesi al voto per l’elezione del nuovo Capo dello Stato, ritengo di dover offrire la disponibilità che mi è stata richiesta”, ha affermato Napolitano. ”Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un’assunzione di responsabilità verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità”, ha sottolineato il capo dello Stato.

“Naturalmente, nei colloqui di questa mattina – ha poi precisato -, non si è discusso di argomenti estranei al tema dell’elezione del presidente della Repubblica”. Il capo dello Stato ha ricevuto questa mattina al Quirinale Pierluigi Bersani, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Roberto Maroni e una delegazione della Conferenza dei presidenti delle Regioni guidata da Vasco Errani. ”Da tutti gli interlocutori – spiegava una nota diffusa dal Quirinale – è stata espressa la convinzione che, nella grave situazione venutasi a determinare col succedersi delle votazioni per l’elezione del nuovo capo dello Stato, sia altamente necessario e urgente che il Parlamento in seduta comune possa dar luogo a una manifestazione di unità e coesione nazionale attraverso la rielezione del presidente Napolitano. Gli si è rivolto perciò un caldo appello a riconsiderare in questo quadro le ragioni da lui più volte indicate di indisponibilità a una ricandidatura”. Dopo il sì di Napolitano al bis, in Transatlantico, a Montecitorio, molti scommettono su un governo di larghe intese con Giuliano Amato premier. Per ora si tratta solo di voci non confermate. Big e peones di varie forze politiche, non parlano d’altro nei capannelli. Ad affiancare il ‘dottor Sottile’, secondo gli ultimi rumors, dovrebbero essere due vice: per il Pdl si fa il nome di Angelino Alfano e per il Pd quello di Enrico Letta. Quanto alla composizione del futuro esecutivo, circola con insistenza la voce che per i ministri si ‘pescherà’ tra i dieci saggi indicati da Napolitano per avanzare proposte su riforme ed economia.

Pier Luigi Bersani all’assemblea dei grandi elettori del Pd dopo aver letto la nota con cui il capo dello Stato ha annunciato la sua disponibilità ad un nuovo mandato ha dichiarato: “Per il Pd il voto a Napolitano è una proposta vincolante”. La proposta è stata quindi messa ai voti. Ci sono stati un contrario e quattro astenuti. ”Vorrei chiarire che con Napolitano si è discusso soltanto di presidenza della Repubblica e di un suo eventuale nuovo mandato”, ha precisato Bersani alludendo alle voci circolate in merito al futuro governo e quindi a possibili premier, come Giuliano Amato. ”Nella scorsa notte – ha riferito – ci sono stati contatti con le altre forze politiche ma non c’è stata una soluzione” per trovare un candidato alla presidenza della Repubblica. “Si era creata una situazione di empasse – ha continuato – poi, da un successivo confronto con le altre forze politiche, è emersa un’ampia convergenza sulla richiesta a Giorgio Napolitano di una rielezione”. “Che faccio ora? Non vado all’estero…”, ha poi scherzato Bersani con i cronisti alla Camera.

Ma per Fabrizio Barca è “incomprensibile che il Pd non appoggi Stefano Rodotà o non proponga Emma Bonino”. Lo scrive Barca su Twitter. E un appello a votare Rodotà arriva anche dal sindaco Pd di Bari,Michele Emiliano che punta il dito contro ”l’inciucio PD – PDL che fa orrore”. Il Pdl voterà Napolitano . Lo ha annunciato il parlamentare azzurro Carlo Giovanardi lasciando la riunione dei gruppi del Pdl. Anche dalla Lega c’è il via libera al bis. “Voteremo Napolitano, una scelta per superare l’impasse”, ha detto il vice segretario della Lega, Giacomo Stucchi. Il Carroccio dice però no ad Amato premier. ”Quando andremo da Napolitano a fare le consultazioni gli diremo chi per noi potrà fare il candidato premier. Vi posso dire chi per noi non può fare il candidato premier: Giuliano Amato” ha sottolineato Roberto Maroni. ”Per quel che ne so – ha aggiunto – da martedì ci saranno le consultazioni. Noi auspichiamo un governo a guida politica che duri per tutta la legislatura. Il lavoro dei saggi è una buona base di partenza”.

Per il Quirinale i nove grandi elettori di Fratelli d’Italia daranno la loro preferenza a Sergio De Caprio, noto come capitano Ultimo. “Il nostro no a Napolitano non è nei confronti del Presidente ma verso il quadro di governo che si prefigura, le larghe intese con la sinistra, in linea con l’esecutivo Monti che doveva salvare l’Italia e invece l’ha devastata. Noi siamo nati per combattere questo scenario, è la nostra missione” ha spiegato Giorgia Meloni. Sì a Napolitano invece da Scelta civica, dopo che il premier Mario Monti, nella riunione dei grandi elettori, ha dato conto dell’incontro avuto con il capo dello Stato. Quando è giunta la notizia della disponibilità del presidente della Repubblica alla conferma, dalla sala dell’incontro si è levato un applauso.

Sel resta invece sul nome dell’ex Garante. “Finita riunione del gruppo Sel: be quiet and vote Rodotà. Da oggi inizia la costruzione di una nuova sinistra moderna”, scrive su Twitter il deputato di Sel Sergio Boccadutri. ”Abbiamo faticato molto in questi giorni a capire perché la candidatura di Rodotà incontrasse l’ostilità del Pd. Più la candidatura cresceva nel cuore del Paese, tanto più rimbombava il silenzio del Pd” ha sottolineato il presidente di Sel, Nichi Vendola. “Si va verso il governissimo che è una sciagura per il Paese” ha affermato Vendola, indicando qual è, a suo avviso, una delle dirette conseguenze dell’accordo Pd-Pdl-Sc per la rielezione di Napolitano. “Se si farà un governo di larghe intese – ha aggiunto – noi staremo all’opposizione”. Il leader di Sel ha inoltre espresso la sua ”personale solidarietà a Bersani”, ”una delle persone più corrette e perbene che abbia conosciuto in vita mia”.

Nessun contatto tra Napolitano e il M5S. Lo conferma Roberta Lombardi, capogruppo ‘stellata’ alla Camera: “D’altra parte – puntualizza – non ne vediamo il motivo. Noi abbiamo il nostro candidato alla Presidenza della Repubblica”. Rodotà intanto ha ringraziato oggi i ” grandi elettori del Pd che mi stanno votando, riconoscendo in questo modo la mia appartenenza al loro mondo, peraltro confermata in ogni momento dagli innumerevoli segnali che mi arrivano dalla base di questo partito”. Questa mattina al quinto scrutinio: Rodotà ha ottenuto 210 voti, Napolitano 20, Rosario Monteleone 15. A seguire: Emma Bonino (9), Claudio Zinna (4), Annamaria Cancellieri (3), Massimo D’Alema (2), Franco Marini (2). Le schede bianche sono risultate 445, 17 le schede nulle, 14 quelle disperse.