Via ai rimborsi elettorali. Fondi volontari solo a chi ha uno statuto. Sconti sulle donazioni
Partiti si cambia, o meglio ci si prova a cambiare. Sparisce il sistema dei rimborsi ai partiti. Dopo due ore di riunione, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che introduce un nuovo sistema di finanziamento della politica basato sulle contribuzioni volontarie. C’e da dire che il ddl deve passare ora al vaglio del Parlamento e bisogna vedere come Pd e Pdl riusciranno a combinare i tagli della politica con i loro apparati di partito.
Via libera del Consiglio dei ministri anche alla proroga dei bonus fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico. Secondo il decreto legge, il bonus per l’efficienza energetica è prorogato dalla fine di giugno al 31 dicembre 2013 e sale dal 55 al 65%; il testo originario prevedeva l’aumento al 75% che però è stato ridotto su pressione del ministero dell’Economia. L’ecobonus al 65% si estende sia ai privati cittadini che ai condomini.
Ddl abolizione finanziamenti. Solo i partiti che adotteranno un regolare statuto, garanzia di trasparenza e democrazia interna, saranno ammessi ai benefici: potranno ricevere erogazioni volontarie fiscalmente detraibili, somme destinate attraverso il due per mille e udufruire gratuitamente di spazi e servizi per la comunicazione. Ma la sfida è complessa, perché la riforma dovrà passare in Parlamento e costringerà i partiti, in primo luogo Pd e Pdl, a ripensare (e tagliare) la loro organizzazione in termini di sedi, dipendenti e strutture. Secondo quanto prevede il Ddl, l’Agenzia del demanio dovrà attivarsi per individuare locali idonei all’attività politica nei capoluoghi di provincia. Nel testo è inoltre prevista la possibilità di ‘scaricare’ la quota associativa ai partiti e l’iscrizione a scuole e corsi di formazione politica.
Due forme di finanziamento. Il Ddl prevede dunque donazioni che saranno favorite da una serie di sgravi: fino a 5mila euro si potrà detrarre il 52% dell’importo donato, fino a 10mila il 26%. Non passa la richiesta di Pdl e Sc di alzare il tetto alle donazioni fino a 20mila euro. C’è poi il sistema del 2×1000 da destinare volontariamente a un singolo partito con la dichiarazione dei redditi. Per ragioni tecniche comparirà solo nella dichiarazione dei redditi 2014, ovvero quella che gli italiani compileranno nel 2015 e pertento ai partiti prima del 2016 non arriveranno soldi, il cui totale dovrà comunque essere inferiore al tetto attuale del finanziamento pubblico per far risparmiare lo Stato (chi barra il 2×1000 togli soldi all’erario). Fino al 2016, dunque, rimarranno in vita i rimborsi tradizionali, anche se drasticamente tagliati di anno in anno.
L’allarme. Ieri dal Pd era arrivato un grido d’allarme da parte del tesoriere Antonio Misiani: la situazione economica del partito “è drammatica”, aveva detto, e con l’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti diventa “inevitabile” il ricorso alla Cassa integrazione per i 180 dipendenti. Oggi però Misiani ha proposto una terza via, a metà tra il vecchio sistema e quello anglosassone. “La via intermedia – ha detto il tesoriere Pd – può essere quella di un sistema basato sull’autofinanziamento ma con un forte incentivo per le piccole donazioni e tetti massimi per le grandi donazioni”.
Progetti alternativi. Proprio ieri Letta ha ricevuto una proposta di legge firmata, tra gli altri, dai deputati Tocci, Civati, Madia, Mucchetti, Rotta, Mineo, Decaro. Un provvedimento prevede tre strumenti per ripartire dalla libera scelta dei cittadini: il contributo pari all’uno per mille del gettito Irpef da ripartire secondo le indicazioni dei contribuenti; il credito d’imposta per le libere donazioni private con massimali ben definiti; il rimborso parziale delle spese elettorali effettivamente sostenute. “L’idea di fondo - spiegano i deputati del Pd – è quella di ritrovare un legame stretto tra la partecipazione dei cittadini e le forme di finanziamento dei partiti, per restituire credibilità alla politica”.
Dettagli nel pomeriggio. Si svolgerà alle 16,30 la conferenza stampa con il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il suo vice e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e gli altri ministri interessati, sui provvedimenti decisi dal Consiglio dei ministri, a partire dagli ecobonus, dal disegno di legge sul finanziamento ai partiti, fino alla nomina del nuovo capo della Polizia. Ora infatti il premier è impegnato nell’incontro con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.
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