Proteste antigovernative in Turchia, una terza vittima; un ragazzo di 22 anni ucciso da un colpo di fucile. Erdogan in Marocco
E’ salito a tre morti il bilancio delle proteste antigovernative in corso da una settimana in Turchia. Lo riporta l’emittente ‘Ntv’, secondo cui l’ultima vittima è un ragazzo di 22 anni, Abdullah Comert, morto nella notte nella città di Antakya, nel sud del Paese.
Non è stata però una pallottola a uccidere il giovane. Le prime notizie circolate sulla vicenda – anche sul sito ufficiale del governatore di Hatay – parlavano di un colpo di arma da fuoco sparato da sconosciuti. Ma il sito locale ‘World Bulletin’ spiega che i primi risultati dell’autopsia chiariscono che sul corpo non ci sono segni di entrata o uscita di pallottole. Il 22enne Comert, trovato ieri sera riverso sull’asfalto, faceva parte della direzione del ramo giovanile del Partito repubblicano popolare (Chp), principale partito turco di opposizione.
Il presidente Abdullah Gul ha intanto convocato al palazzo presidenziale il vice premier Arinc, alla guida del governo in assenza del premier Erdogan, in visita ufficiale in Marocco. Negli ultimi giorni Gul ha avuto un approccio più moderato di quello del governo rispetto alle proteste, invitando più volte alla moderazione tanto i manifestanti quanto le autorità. Gul ha infatti affermato ieri che “la democrazia non è solo andare a votare” e ha assicurato ai manifestanti che “il messaggio di tutti coloro che hanno buone intenzioni è stato ricevuto e sarà fatto ciò che è necessario”. Sul fronte degli sconti, un giovane ha perso un occhio a causa di un proiettile di gomma sparato dalla polizia in Piazza Taksim, a Istanbul: il ragazzo è stato operato nella notte. Nei giorni scorsi, sono due le persone che hanno perso la vita: un giovane manifestante, Mehmet Ayvalitas, morto a Istanbul dopo essere stato travolto da un’auto lanciata contro un gruppo di dimostranti antigovernativi; mentre ieri è stata dichiarata la “morte cerebrale” di un altro giovane, raggiunto da un colpo d’arma da fuoco alla testa durante le proteste ad Ankara.
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