Bancarotta, Geronzi condannato in appello a 5 anni. Tre anni e 7 mesi per Matteo Arpe
La Corte di Appello di Bologna, presieduta da Michele Massari, haconfermato le condanne emesse in primo grado il 29 novembre 2011 dal Tribunale di Parma a carico dell’ex presidente della Banca di Roma poi Capitalia Cesare Geronzi e dell’allora direttore generale di Capitalia Matteo Arpe per l’inchiesta sull’acquisto dell’azienda di acque minerali Ciappazzi da parte dell’ex patron di Parmalat Calisto Tanzi.
Il secondo grado di giudizio del filone processuale nato dall’inchiesta sul crack del colosso del latte, conferma dunque la condanna a cinque anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e usura a carico di Geronzi e la condanna a tre anni e sette mesi per bancarotta fraudolenta a carico di Matteo Arpe.
La Corte d’Appello ha dunque accolto la richiesta di conferma della sentenza di primo grado avanzata dal procuratore generale di Bologna Umberto Palma. La difesa annuncia ricorso. “Si tratta di una sentenza – dicono gli avvocati Sergio Spagnolo e Mauro Carelli – che ci ha davvero sorpresi, in quanto è stata confermata una pronuncia di condanna, nonostante sia stata dimostrata non soltanto la totale assenza di prove a carico del dottor Arpe, ma la presenza di numerosissime prove a discarico di quest’ultimo”. “Siamo certi, pertanto, – concludono i legali – che la Corte di Cassazione non potrà che accogliere il ricorso che presenteremo all’esito del deposito delle motivazioni da parte della Corte d’Appello di Bologna”.
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