Resa dei conti tra i grillini infedeli: dopo il “processo” alla Gambaro tocca a Paola Pinna. Al via il procedimento d’espulsione
E’ il momento della resa dei conti in casa Cinque Stelle. Dopo la senatrice Adele Gambaro è la volta della deputata Paola Pinna, per la quale il deputato stellato Andrea Colletti ha chiesto di avviare la procedura di espulsione. “Paola Pinna… Chi?”. Con questa domanda provocatoria, scritta a caratteri cubitali, si apre la pagina ufficiale del gruppo 5 Stelle alla Camera su Facebook. Così, la deputata sarda entra ufficialmente nel mirino del Movimento, ‘colpevole’ di aver parlato di “talebani” e di “clima di psico-polizia”. Sotto il titolone a caratteri cubitali, il duro attacco di Roberta Lombardi, ex capogruppo a Montecitorio. “Non abbiamo mai visto questa persona alle nostre assemblee – scrive la Lombardi – molti di noi non sapevano neppure della sua esistenza”. Poco prima, nel corso del sit-in pro Grillo in piazza Montecitorio, Lombardi aveva risposto a chi le chiedeva della deputata: “Pinna chi?”.
In questi giorni Pinna ha rilasciato una serie di interviste critiche - una al quotidiano La Stampa e poi a Piazzapulita - nei confronti dei metodi usati nel Movimento. Ha parlato di talebani e dissidenti all’interno del partito, parole per le quali ora sarebbe tenuta a rispondere. “Smentisco qualsiasi passaggio ad altri gruppi. Io resto nel M5S – ha detto oggi la deputata – . Le perplessità che esprimo sono quelle di tanti”. Con Pinna ci sarà “un colloquio franco, serrato, ma se ci sarà un’appendice di dichiarazioni di dissenso da noi non condiviso, dovremo valutare che strada seguire”, ha detto Nicola Morra, capogruppo M5s al Senato, a Il Fatto Quotidiano Tv. “Il dissenso ci sta”, aggiunge, ma il punto le sono modalità e i temi che si citano.
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