Egitto, scontri e violenze: 30 morti. La rabbia dei sostenitori di Morsi. Ucciso prete copto
Un sacerdote cristiano copto è stato ucciso da alcuni militanti islamici nella città di al-Arish, nel Sinai del Nord. Lo hanno riferito all’agenzia Xinhua fonti locali della sicurezza. Questa mattina era stato individuato su un forum jihadista frequentato da gruppi attivi nel Sinai il messaggio di un nuovo gruppo militante, Ansar al-Sharia in Egitto, che si ripropone di condurre un jihad nel paese dopo la destituzione del presidente islamico Mohamed Morsi. Il gruppo ha puntato il dito in particolare contro militari, copti e sostenitori dell’ex regime di Hosni Mubarak. Il bilancio di sangue nel Paese anche oggi è altissimo:almeno 30 sono i morti negli scontri in Egitto tra i sostenitori del deposto presidente Mohammed Morsi e i suoi oppositori. Secondo il quotidiano al-Ahram, almeno 16 delle vittime sono state uccise da colpi di arma da fuoco alla testa e al petto. Negli scontri, che hanno avuto inizio ieri al Cairo, ad Alessandria e in altre città del Paese, sono inoltre rimaste ferite 1.138 persone.
Tra i feriti c’è Jeremy Bowen, inviato al Cairo della Bbc. Il reporter è stato colpito alla testa da alcuni pallini da fucile e in una foto appare con la testa fasciata e chiazze di sangue sul volto. Non si tratta di ferite gravi, come ha spiegato lo stesso Bowen su Twitter. “Sto bene – ha scritto – sono stato raggiunto da un paio di pallini da fucile”. Il reporter non ha chiarito da chi siano stati sparati i colpi. Secondo quanto riferisce il sito del quotidiano Egypt Independent, che cita fonti ufficiali, sono otto i poliziotti uccisi e 82 quelli feriti nelle violenze in corso in Egitto dal 29 giugno scorso. Resta alta la tensione al Cairo e in tutto l’Egitto, dove sono attese oggi altre manifestazioni dei due fronti opposti pro e contro Morsi.
La polizia egiziana ha circondato questa mattina un sit-in di sostenitori di Morsi in corso da giorni all’università del Cairo. Lo sostiene Gehad el-Haddad, portavoce dei Fratelli Musulmani, che su Twitter parla di un “attacco” della polizia, che avrebbe anche sparato alcuni colpi di arma da fuoco. Il procuratore di Giza ha ordinato l’arresto di altri tre dirigenti dei Fratelli Musulmani, accusati di incitazione all’omicidio, possesso di armi da fuoco, atti criminali e tentato omicidio. I tre sono stati trasferiti al carcere di Tora, al Cairo, nelle prime ore della giornata e sono stati sottoposti a un interrogatorio, durante il quale hanno negato tutte le accuse. Non è chiaro il numero complessivo di dirigenti della Fratellanza che sono finiti in carcere da quando Morsi è stato destituito. Una coalizione di partiti islamici, tra i quali i Fratelli Musulmani, ha lanciato un nuovo appello alla popolazione e continuare la protesta “pacifica” in tutto il Paese, dopo la grande manifestazione di ieri al Cairo, nella quale si è chiesto il reintegro del presidente deposto Mohamed Morsi. L’appello alla mobilitazione è arrivato questa mattina, con un comunicato siglato dai principali partiti islamici del Paese.
Nessun canale di comunicazione è stato aperto tra i Fratelli Musulmani e i militari egiziani che hanno destitutito Mubarak. Lo ha precisato il portavoce della Fratellanza, Gehad el-Haddad. Ieri la Guida Suprema dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badie, ha parlato della possibilità di un’apertura al dialogo con tutte le forze politiche, ma solo dopo il reinsediamento di Morsi. Intanto in questi giorni è nata Ansar al-Sharia in Egitto, formazione islamica radicale,che ha diffuso un messaggio su un forum jihadista frequentato da gruppi attivi nel Sinai, come riporta il sito americano di intelligence Site. Il nuovo gruppo afferma che la destituzione di Morsi è “una dichiarazione di guerra contro l’Islam” e accusa i militari, i cristiani copti e i sostenitori dell’ex regime di Hosni Mubarak di voler fare dell’Egitto una “creatura mostruosa, crociata e laica”. Per questo, Ansar al-Sharia annuncia che impugnerà le armi, per difendere la religione e imporre la sharia in Egitto.
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha ricevuto oggi il ministro degli Affari Esteri, Emma Bonino, per un aggiornamento sugli sviluppi in corso in Medio Oriente, anche alla luce della recente visita compiuta in Israele e nei Territori dell’Autonomia Palestinese. Lo rende noto una nota di palazzo Chigi. ”Con riferimento alla situazione in Egitto – si legge nel comunicato – è stata espressa grande preoccupazione. Da parte italiana si auspicano l’immediata fine di ogni violenza e l’avvio di una transizione rapida e inclusiva”.
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