Caso Mediaset, il Pdl blocca il Parlamento. Il Pd si suicida e lo vota, rissa con i 5 Stelle
Governo sull’orlo della crisi all’indomani della decisione della Cassazione di calendarizzare per il 30 luglio l’udienza del processo Mediaset. Bilancio: sospesi i lavori allaCamera e al Senato e una rissa sfiorata in aula a Montecitorio tra deputati Pd e M5S. ”Buffoni, servi, schiavi”. Così i deputati grillini hanno apostrofato i colleghi del Pd dopo il via libera alla sospensione dei lavori della Camera chiesta dal Pdl. Sono scesi tutti nell’emiciclo dell’aula di Montecitorio e hanno cominciato a gridare verso i banchi del Pd. A quel punto alcuni deputati, tra cui Piero Martino e Nico Stumpo, sono scesi a confrontarsi con i grillini. I commessi hanno diviso le due fazioni.
Sospensione confermata anche al Senato dal presidente, Pietro Grasso : “La conferenza dei capigruppo ha deciso a maggioranza che l’aula e le commissioni oggi pomeriggio non tengano seduta”. Ed è saltata anche la cabina di regia di governo e maggioranza prevista per oggi, afferma Brunetta che, tuttavia, allontana l’ipotesi Aventino. “Abbiamo massimo rispetto per il Parlamento, ma chiediamo che il Parlamento e le altre forze politiche rispettino il nostro dibattito”. Anche la Lega si è dissociata dalla decisione del Pdl: “Non è possibile che il Parlamento chiuda per problemi interni a un partito avendo tante cose da fare per opporsi alla crisi. Ho sentito esponenti del Pdl dire che se il Parlamento non chiude c’è la crisi di governo, ma noi siamo contrari perché anteponiamo le istituzioni ai partiti” ha detto il segretario federale Roberto Maroni.
Per quanto riguarda le ragioni della fissazione dell’udienza al 30 luglio del processo Mediaset sui diritti tv, la Cassazione rende noto che ”è imposto inderogabilmente alla Corte di Cassazione di determinare l’udienza di trattazione di ogni ricorso prima della maturazione del termine di prescrizione di alcuno dei reati oggetto del procedimento, a pena di responsabilità anche di natura disciplinare” e la Cassazione ”ha sempre adempiuto a tale dovere”. La Cassazione sostiene quindi la ”assoluta normalità della doverosa prassi sin qui sempre seguita”. La precisazione della Cassazione giunge dopo ”le reazioni dei difensori di Silvio Berlusconi e di alcuni esponenti politici”. L’ufficio addetto all’esame preliminare dei ricorsi ”ha rilevato che la maturazione della prescrizione di uno dei reati sarebbe potuta cadere il 1 agosto 2013, compreso nel periodo feriale, e il presidente della sezione feriale ha conseguentemente fissato la trattazione del ricorso per una udienza antecedente a tale data, previa richiesta di abbreviazione dei termini, proposta, nel rispetto della normativa processuale, dalla Procura generale”.
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