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Assisi, il Papa tra disabili e poveri della Caritas: “No ai cristiani da pasticceria”

 Andare nella strada della mondanità “è un atteggiamento omicida. Lamondanità spirituale uccide la Chiesa”. Papa Francesco, nella sala della Spoliazione ad Assisi, incontra i poveri e coglie l’occasione, proprio là dove il Poverello di Assisi si è spogliato di tutto rimanenendo nudo, che “è proprio ridicolo che un cristiano vero, che un prete, un vescovo, un Papa vogliano andare sulla strada della mondanità che è un atteggiamento omicida”. Con 15 minuti di anticipo, alle 7.30 di questa mattina l’elicottero del Pontefice è atterrato nel campo sportivo dell’Istituto Serafico in occasione delle celebrazioni per il patrono d’Italia. Ad accoglierlo il presidente del Senato Grasso e il governatore della Regione Umbria Marini. Da parte dei pellegrini lunghi applausi e cori. Il Papa ha ricordato con dolore la tragedia avvenuta ieri al largo di Lampedusa: “Oggi è il giorno del pianto”. E invitando la Chiesa a spogliarsi di tutto, se la prende con “questo mondo selvaggio che non dà lavoro e non aiuta. Al quale – denuncia – non importa se ci sono bambini che muoiono di fame nel mondo, non importa se tante famiglie non hanno più la dignità di portare cibo a casa”. Un mondo che non si prende cura “di chi deve fuggire cercando la libertà e trova la morte come è successo ieri a Lampedusa”.

Da Assisi, ‘città della Pace’, Bergoglio fa sentire forte il suo appello per lo stop alle armi: “Cessino i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e dovunque l’odio ceda il posto all’amore, l’offesa al perdono e la discordia all’unione”. Nel giorno del Patrono d’Italia, il Pontefice prega per il nostro Paese e per il “capo del nostro governo che è qui presente”, ha aggiunto ancora una volta a braccio. “Preghiamo per la Nazione italiana, perché ciascuno lavori sempre per il bene comune, guardando a ciò che unisce più che a ciò che divide”, è l’invocazione.

Appena arrivato ad Assisi Bergoglio si è subito recato nella cappella dell’Istituto Seraphicum, dove ha sostato qualche minuto in preghiera. Poi ha salutato i giovani ospiti del centro: per ognuno dei ragazzi una parola e una carezza. Commovente l’abbraccio del Santo Padre con i piccoli: ”Noi siamo tra le piaghe di Gesù. Queste piaghe hanno bisogno di essere ascoltate. Di essere riconosciute”. ”Qui è Gesù nascosto in questi ragazzi, bambini, in queste persone – ha scandito il Papa che non ha utilizzato il testo del discorso ufficiale ma ha parlato ‘a braccio’- Adoriamo la carne di Gesù, in loro troviamo le piaghe di Gesù. Hanno bisogno di essere ascoltate. Forse non tanto sui giornali come notizia, quello che è un ascolto che dura uno, due o tre giorni. Poi viene un altro. Devono essere ascoltati da quelli che si dicono cristiani. Il cristiano adora Gesù, cerca Gesù. Il cristiano sa riconoscere le piaghe di Gesù”. ”Oggi – ha detto ancora Francesco – tutti noi qui abbiamo la necessità di dire: queste piaghe devono essere affrontate”.

”La società purtroppo è inquinata dalla cultura dello ‘scarto’, che è opposta alla cultura dell’accoglienza. E le vittime della cultura dello scarto sono proprio le persone più deboli, più fragili”. Queste sono le parole che Papa Francesco aveva preparato per l’incontro con bambini disabili e ammalati ospiti dell’Istituto Serafico di Assisi, e che ha consegnato dandole per lette. ”In questa Casa invece -ha proseguito Papa Bergoglio- vedo in azione la cultura dell’accoglienza. Certo, anche qui non sarà tutto perfetto, ma si collabora insieme per la vita dignitosa di persone con gravi difficoltà. Grazie per questo segno di amore che ci offrite: questo è il segno della vera civiltà, umana e cristiana. Mettere al centro dell’attenzione sociale e politica le persone più svantaggiate”.

Dopo l’incontro con i bambini e i disabili dell’Istituto Serafico, Papa Francesco si è recato in visita privata al Santuario di San Damiano. A bordo della sua papamobile, mentre si stava spostando verso la Basilica superiore di Assisi, ha accarezzato e baciato diversi neonati. E dopo aver visitato la Basilica, Bergoglio ha pregato sulla tomba di San Francesco per poi spostarsi in piazza per la santa messa. Poi, povero tra i poveri, ha scelto di sedere a tavola con i poveri della Caritas. Niente pranzo con l’ufficialità, Bergoglio si è recato al centro di prima accoglienza della Caritas, nei pressi della stazione ferroviaria di Santa Maria degli Angeli.