L’avv. Coppi: “Berlusconi farà domanda di affidamento ai servizi sociali”. Ma il Cavaliere si infuria: non voleva che se ne parlasse
La deadline del 15 ottobre è alle porte. Se per quella data Silvio Berlusconi non avrà presentato domanda di affidamento ai servizi sociali arriverà la notifica degli arresti domiciliari. Il Cavaliere è rimasto a Roma anche oggi e, a quanto si apprende da fonti pidielline, dopo aver parlato di questo nodo giudiziario con gli avvocati (Franco Coppi in particolare) e i figli, sarebbe intenzionato a optare per l’affidamento ai servizi sociali. La richiesta dovrebbe essere presenata la prossima settimana a Milano. L’ex premier sarebbe arrivato a questa scelta non senza travaglio, dopo aver valutato attentamente tutti i pro e i contro. Ma la rivelazione da parte dell’avvocato Coppi, ha fatto infuriare non poco il Cavaliere che, per ragioni di immagine preferirebbe che non se ne parli, ora che deve essere affrontata la votazione in Senato per la sua decadenza.
Da una parte, infatti, considerava una simile richiesta un’implicita accettazione della condanna. Dall’altra, i domiciliari, per quanto nella dorata residenza di Arcore (è qui, nel caso, che sceglierebbe di stare), avrebbero comportato una serie di restrizioni, soprattutto per chi vuole continuare a fare il leader del centrodestra e, dunque, tenere riunioni e incontri.
Dai domiciliari il presidente di Fi, infatti, potrebbe vedere solo chi abita ad Arcore e pure i cinque figli (che sono residenti altrove) dovrebbero far domanda al giudice ogni volta che vogliono andare a trovarlo. Per tutte queste ragioni, raccontano, Berlusconi avrebbe preferito l’affido ai servizi sociali, anche se non viene dato affatto per scontato che gli vengano concessi, perche’ ormai dalla magistratura si aspetta di tutto. Con l’affido ai servizi sociali il Cav sarebbe libero di continuare a fare la vita di prima e, se la situazione politica lo richiedesse, potrebbe anche decidere di utilizzarli come vetrina mediatica e arma elettorale.
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