Frode fiscale, Berlusconi condannato a due anni di interdizione. Fuoco di fila del Pdl
Silvio Berlusconi è stato condannato a due anni di interdizione dai giudici della Corte di Appello di Milano chiamati a rimodulare la pena accessoria relativa all’inchiesta sui diritti tv. Il collegio presieduto da Arturo Soprano ha accolto la richiesta del procuratore generale e ha condannato l’ex premier a due anni di interdizione dai pubblici uffici. Un ricalcolo su indicazione della Cassazione che, l’1 agosto scorso, ha chiesto ai giudici d’Appello di modificare al ribasso i 5 anni di esclusione dai pubblici uffici inflitti all’ex premier in primo e secondo grado nell’inchiesta sui cosiddetti diritti tv.
Il procuratore generale Laura Bertolè Viale aveva appunto chiesto l’interdizione per due anni, una decisione frutto di un calcolo matematico, vista la condanna a 4 anni di carcere per frode fiscale. “Tenendo conto che la pena principale è pari a due terzi della pena massima, ritengo che lo stesso calcolo debba essere applicato alla pena accessoria”, ha detto nel suo breve intervento.La richiesta della difesa di ridurre a un anno la pena accessoria è stata dunque respinta. Niccolò Ghedini, legale di Silvio Berlusconi, è pronto a ricorrere in Cassazione. La nuova decisione dei giudici di Milano, “si basa su una sentenza ingiusta”, aggiunge Ghedini. ”C’erano ragioni per non applicare la misura interdittiva e si doveva aspettare la Corte Costituzionale e risolvere il problema della sovrapposizione tra la legge Severino e l’interdizione”. Il ricorso alla Cassazione annunciato dalla difesa dell’ex premier oltre a rimettere in discussione il quantum della pena accessoria, vedrà al centro le “questioni di incostituzionalità”. In merito alla legge Severino, Ghedini ricorda: “Io non l’ho votata. Non è vero che c’era unanimità, anzi fu al centro di uno scontro notevolissimo. E’ una legge che non è incostituzionale nella sua totalità, ma nella parte relativa alla retroattività”, conclude il legale.
“Evitiamo di scaricare sui magistrati i nodi del sistema politico”, avverte il vicepresidente del Csm, Michele Vietti. ”Prendo atto – rileva – che ancora una volta in qualche modo la politica ha finito per delegare alla magistratura la risoluzione dei problemi e io che in questo momento rappresento la magistratura non sono contento. I problemi della politica li deve risolvere la politica”. Insorge il Pdl. “La Procura ha chiesto due anni e il collegio giudicante li ha dati – afferma il deputato Pdl Fabrizio Cicchitto - con Berlusconi a Milano spesso c’è la perfetta identificazione tra magistratura inquirente e magistratura giudicante il che manda a pallino lo stato di diritto”.
Parla di “sentenza evidentemente già scritta” il presidente dei deputati Pdl Renato Brunetta. Per Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera e coordinatore dei dipartimenti del Pdl, “l’idea (peraltro sulla base di una legge di dubbia costituzionalità, e dopo le opinioni espresse in tal senso da giuristi autorevolissimi) di escludere per via giudiziaria un leader scelto da milioni di italiani dovrebbe suscitare una reazione da parte di chiunque ami la democrazia, e non solo da parte del centrodestra”.
Il senatore Pdl Sandro Bondi risponde a Vietti. Le sue dichiarazioni, sostiene, ”denotano la sua totale incoscienza dei problemi afferenti al rapporto fra l’ordine della magistratura e la democrazia. Questa incoscienza spiega anche l’inutilità del ruolo che ricopre a capo del Csm”.
“Beato il popolo che non ha bisogno di eroi – dichiara la deputata Pdl Daniela Santanchè -. E di martiri. E’ paradossale che nella patria di Cesare Beccaria ancora non si sia raggiunta la democrazia piena e si debba assistere sgomenti all’uso politico e barbarico della giustizia che vorrebbe estromettere il leader del maggiore partito di centrodestra per via giudiziaria”.
Non vuole commentare il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ma poi, sollecitato dal palco del congresso dei giovani di Confindustria a Napoli, indica il motto della convention “Diamoci un taglio”. “Si vede – dice – che l’hanno ascoltato”, passando da 5 a 2 anni.
Social