Arriva il taglio delle spese alla Camera: meno 50 milioni all’anno. Non accadeva dal 1960
Per la prima volta dal 1960 diminuisce la dotazione della Camera, vale a dire le risorse che vengono chieste al bilancio dello Stato. Per quest’anno sarà di 943 milioni, con una riduzione di 50 milioni rispetto allo scorso anno, taglio che verrà confermato per il 2014, 2015 e 2016. La spesa di Montecitorio ammonterà a un miliardo, 54 milioni, 914mila euro, un deficit strutturale rispetto alla dotazione coperto con altre entrate e residui degli anni scorsi. Lo prevede il bilancio di previsione per il 2013 che verrà esaminato dall’Aula la prossima settimana. In realtà il documento aveva già ottenuto il via libera dall’Ufficio di presidenza all’inizio dell’anno, quindi verrà ratificato quello che fino adesso è stato un esercizio provvisorio. Sui tempi ha inciso naturalmente anche il passaggio dalla precedente all’attuale legislatura.
La riduzione di 50 milioni (ai quali potranno aggiungersi altri 10 milioni restituiti dall’esercizio 2012) verrà ottenuta diminuendo la spesa di funzionamento di 32 milioni e 700mila euro, il 3% in meno in termini percentuali, e grazie all’utilizzo di risorse derivanti da risparmi effettuati negli anni scorsi per 17 milioni e 300mila euro. Sul fronte delle uscite ci saranno meno 12 milioni e 450mila euro per deputati ed ex deputati; meno 8 milioni 444mila per dipendenti (oggi 1.475 rispetto ai 1.779 del 2008) ed ex dipendenti; meno 2 milioni e 820mila per i Gruppi parlamentari, meno 8 milioni e 934mila per l’acquisto di beni e servizi, meno 56mila per quanto riguarda altre voci.
Nel dettaglio la Camera spenderà 130 milioni e 775 mila euro per i deputati, il 12,40% del totale; 4 milioni e 215 milioni per il funzionamento di commissioni e Giunte; 32 milioni 780mila per i Gruppi parlamentari, il 3,11% sul dato complessivo; 138 milioni 900 mila per gli ex deputati, in percentuale il 13,17; 270 milioni 740mila per il personale alle dipendenze dirette della Camera, il 25,66% sul complesso della spesa, e 39 milioni 225mila per altro personale comunque a carico dell’Assemblea di Montecitorio. Per i dipendenti in pensione la spesa sarà invece di 226 milioni 940 mila, pari al 21,51%.
La spesa per locazioni e servizi accessori ammonterà a 40 milioni 780 mila, con un’incidenza del 3,87%; per manutenzione ordinaria e straordinaria a 25 milioni 30mila; per pulizie a 6 milioni 650mila; per utenze a 9 milioni 530mila; per beni di consumo e durevoli a 8 milioni 295mila; per altri servizi a 4 milioni 468mila; per i servizi di informazione a 12 milioni 650mila; per i trasporti a 13 milioni 345mila; per leassicurazioni a 2 milioni 765mila; per la ristorazione a 4 milioni 800mila; e per il pronto soccorso a un milione e 160mila. Per il facchinaggio sono invece preventivate spese per 2 milioni 845mila, per studi e ricerche 776mila, per l’informatica 21 milioni 865mila. Infine ci sono altre uscite varie pari a 4 milioni 170 mila, 35 milioni 855 mila di imposte e tasse e 16 milioni 355 mila di fondi di riserva.
La cifra complessiva, come detto, è pari a un miliardo, 54 milioni, 914mila euro, che può essere divisa anche in altre voci più generali. Così 295 milioni 192 mila, 27,98%del totale, vanno per gli organi della Camera; 9 milioni 995mila per l’attività internazionale; 26 milioni 713mila per attività di relazioni esterne; 37 milioni 834mila per attività di documentazione; 127 milioni 37mila per attività amministrativa; 91 milioni 126mila per la custodia, il mantenimento e la valorizazzione delle sedi; 85 milioni e 622mila di spese generali.Infine 365 milioni 40mila vengono destinate alla previdenza, (138 milioni 100 mila per gli ex deputati, 226 milioni 940 mila per gli ex dipendenti) con un’incidenza del 34,60%.
Per quanto riguarda i tagli alle spese, oltre a quelle già ricordate per deputati ed ex deputati, personale in servizio e in pesnione, occorre segnalare la diminuzione di 865mila euro per le locazioni di immobili: 550mila per le manutenzioni ordinaria; 995 mila per le pulizie, 795mila per le spese telefoniche; 50mila per le spese postali; 640mila per i beni e materiali di consumo; un milione e 860 mila per la stampa di atti parlamentari; 385mila per servizi vari di stampa; 510mila per le spese di trasporto; 985mila per il personale non alle dirette dipendenze della Camera; 280mila per studi e aggiornamento professionale; 55mila per le assicurazioni; 3 milioni 195 mila per beni, servizi, consulenze e spese diverse.
In crescita invece le uscite per comunicazione e informazione, più 325 mila euro; per il potenziamento dell’informazione e della documentazione, più 451 mila euro; per le bollette di acqua, gas ed elettricità, più un milione 455mila, a causa di un aumento delle tariffe e di una modalità di calcolo diversa dei conguagli. Da segnalare infine che in un quadro di risparmi sono comunque aumentate le ore dedicate all’attività parlamentare.
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