La resa dei conti: Berlusconi azzera le cariche ma Alfano e le colombe disertano il vertice
Giornata di fuoco per il Pdl. Tra i ‘lealisti’ e gli ‘alfaniani’ volano gli stracci. E il braccio di ferro si trasforma in schiaffo delle ‘colombe’ a Silvio Berlusconi quando Angelino Alfano decide di disertare l’Ufficio di presidenza convocato dal Cav alle 17. L’incontro si conclude dopo poco più di due ore con il passaggio formale alla nuova Forza Italia.”Il mio contributo all’unità del nostro movimento politico che mai ostacolerò – spiega Alfano in una nota – per ragioni attinenti i miei ruoli personali, è di non partecipare, così come altri colleghi all’ufficio di presidenza che ha il compito di proporre decisioni che il Consiglio nazionale sarà chiamato ad assumere. Sono convinto – continua il segretario del Pdl – che il tempo che ci separa dal Consiglio nazionaleconsentirà al presidente Berlusconi di lavorare per ottenere l’unità”.
Il vertice nel ‘parlamentino’ di via del Plebiscito inizia così senza Alfano e tutta la compagine ministeriale. Assenti anche Roberto Formigoni, Maurizio Sacconi (aveva lanciato un appello al Cav prima della riunione sull’opportunità di rinviarla perché “possibile fonte di divisioni”), Carlo Giovanardi (”Io non voglio ritornare a Fi, non è mai stato il mio partito”) e Maurizio Gasparri, che decide di disertare perché, spiega, non vuole “offrire il fianco alle polemiche”. E ancora Renato Schifani che dice di impegnarsi ora “affinché nel prossimo Consiglio nazionale si giunga a scelte ampiamente condivise” a garanzia dell’unitá del partito. Presenti invece i cosiddetti ‘lealisti’. Denis Verdini arriva insieme al Cavaliere. Altri arrivano insieme a Raffaele Fitto, Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Gianfranco Rotondi e Stefania Prestigiacomo.
Poi, dopo poco più di due ore, l’ufficio di presidenza del Pdl, ”delibera la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, per convergere verso il rilancio di ‘Forza Italia’ già pubblicamente annunciato dal presidente Berlusconi con un appello a tutti gli italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi”. “Forza Italia – si sottolinea nel documento messo a punto al termine della riunione a palazzo Grazioli – è il Movimento a cui tanti italiani hanno legato e legano tuttora la grande speranza di realizzare una vera rivoluzione liberale e di contrastare l’oppressione giudiziaria, l’oppressione burocratica, l’oppressione fiscale”. ”A Berlusconi – si legge ancora – è affidato pieno mandato politico e giuridico per attivare le necessarie procedure, anche attraverso le convocazioni degli organi statutari” e si definisce come ”assolutamente inaccettabile la richiesta di estromissione dal Parlamento italiano del leader del centrodestra, sulla base di una sentenza ingiusta e infondata e sulla base di una applicazione retroattiva di una legge penale”.
Nel documento è scritto inoltre che il Pdl continuerà a sostenere il governo Letta e, attraverso i suoi ministri e i parlamentari, si batterà per il rilancio dell’economia sulla base del programma elettorale. ”I nostri rappresentanti di governo, governo a cui continueremo a dare il nostro sostegno, nel rispetto degli impegni programmatici assunti al momento dell’insediamento, i nostri deputati e i nostri senatori – si legge nel testo – sono impegnati a contrastare ogni iniziativa che vada nella direzione opposta” al rilancio dell’economia ”e a proporre efficaci misure per la ripresa della nostra economia in sintonia con le altre economie dei Paesi membri dell’Unione europea”. Il passaggio formale dal Pdl alla nuova Forza Italia è sancito in un documento di 8 punti. Il testo, messo a punto dall’Ufficio di presidenza del Pdl sotto la supervisione di Berlusconi, è stato approvato all’unanimità ”Siamo tornati allo statuto di Forza Italia che assegna al presidente il diritto-dovere di delegare responsabilità e funzioni” ricorda il Cavaliere durante la conferenza stampa, al termine dell’ufficio di presidenza, aggiungendo che eserciterà “con equilibrio e saggezza” questo potere, indicando anche nuove persone provenienti dall’esterno. Tutte decisioni che saranno “sottoposte al voto del consiglio nazionale” che si svolgerà indicativamente “lo stesso giorno che il Pd elegge il segretario” vale a dire il prossimo 8 dicembre. In conferenza stampa Berlusconi rinnova “la fiducia ai ministri”, aggiungendo che dovranno però “rientrare nell’ambito delle decisioni del partito” e si dice comunque “sicuro” che “i contrasti saranno sanati”, anche perché si tratta di “patologie di un partito” che ha tanti anni alle spalle, che nascono da “incomprensioni di tipo personale”. Il Cavaliere ribadisce poi di essere “assolutamente sicuro che arriverà la revisione” del processo sui diritti tv e il nuovo processo dimostrerà la sua ”estraneità ai fatti contestati”. L’ex premier aggiunge che con un voto favorevole alla sua decadenza in applicazione alla legge Severino “si colpisce al cuore lo stato di diritto”. Se pertanto il Pd votasse a favore della sua decadenza, “come possiamo collaborare – si chiede Berlusconi – con una parte politica che opera al di fuori della legge?”.
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