Inps, allarme del presidente Mastrapasqua sul disavanzo patrimoniale: “I nostri conti non ci lasciano tranquilli”
Il disavanzo patrimoniale ed economico dell’Inps può dare segnali di non totale tranquillità. E’ l’allarme lanciato dal presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua sui dati di bilancio dell’Ente che soffre dell’accorpamento con Inpdap ed Enpals. Una preoccupazione, ha spiegato nel corso di una audizione alla commissione bicamerale di controllo, di cui ha fatto partecipe il governo in una lettera. “Ho scritto sia al ministro Saccomanni che al ministro Giovannini, come fatto con l’esecutivo precedente, invitandolo a fare una riflessione su questo punto essendo il bilancio Inps ormai un bilancio unico ed essendo il disavanzo patrimoniale ed economico una cosa che, vista dall’esterno, nel mondo della previdenza, può dare segnali di non totale tranquillità”.
L’accorpamento con Inpdap ed Enpals, d’altra parte, ha proseguito Mastrapasqua, “ha creato uno squilibrio di bilancio”. Un deficit imputabile essenzialmente, riassume ancora il presidente Inps, al disavanzo ereditato dall’ex-Inpdap; dal calo dei contributi per effetto del blocco del turno over e dal continuo aumento delle uscite per prestazioni istituzionali.
Serve rivedere le norme che hanno regolato l’accorpamento dell’Inps con Inpdap ed Enpals. Occorre abbandonare la pratica delle anticipazioni, “di trasferimenti statali non completamente rispondenti ai fabbisogni”, e ripristinare una copertura strutturale da parte dello Stato per il pagamento delle pensioni pubbliche. Senza questo intervento normativo si potrebbero ”innescare rischi di sotto finanziamento dei disavanzi previdenziali e di progressivo aggravamento delle passività”. Per Mastrapasqua ”sarebbe auspicabile che fosse approfondita e valutata nelle sedi competenti l’opportunità di eventuali interventi normativi, tesi a garantire l’efficiente ed efficace implementazione della più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico”, dice ricordando come all’origine del deficit ex Inpdap via sia stata la soppressione, con la finanziaria 2008, della norma in vigore dal 1996 che prevedeva l’apporto dello Stato a favore della gestione ex Inpdap, per garantire il pagamento dei trattamenti pensionistici statali. A fronte di questo, infatti, l’Inpdap ha fatto ricorso all’avanzo di amministrazione per la coperture del relativo deficit finanziario e soprattutto, alle anticipazioni di bilancio.
Il problema è nato, dunque, ha spiegato ancora Mastrapasqua quando l’Inpdap è stato trasformato da ente ‘debitore’ in un ente creditore: ”Questo ha generato lo squilibrio”, ha detto ancora ricordando come la gestione ex Inpdap abbia portato in dote oltre 10 miliardi di deficit patrimoniale complessivo, ”ascrivibile alla consistente contrazione delle entrate contributive”.
Una contrazione determinata ”dal blocco del turn over operante nel pubblico impiego, e dal continuo aumento delle uscite per prestazioni istituzionali, a fronte di trasferimenti statali che appaiono non completamente rispondenti ai fabbisogni, soprattutto nella quota attribuita come anticipazione, innescando crescenti rischi di sotto finanziamento dei disavanzi previdenziali e di progressivo aggravamento delle passività”, ha proseguito. L’obiettivo dell’accorpamento, ha aggiunto, è la razionalizzazione dell’organizzazione e delle procedure nonché la riduzione dei costi complessivi di funzionamento. Un taglio di spesa che non dovrà essere inferiore ai 20 milioni di euro nel 2012, ai 50 mln nel 2013 e ai 100 milioni a decorrere dal 2014. Riduzioni, ha ricordato ancora Mastrapasqua, che si sommano a quelle previste dal 2011 e che prevedono la diminuzione delle spese di funzionamento per 169 milioni di euro nel 2012, 447 mln di euro nel 2013 e di oltre 530 milioni di euro a decorrere dal 2014 .
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