Protesta tir: il sud Italia bloccato. Pomigliano e Coca Cola, produzione ferma da tre giorni
Proseguono i blocchi attuati dagli autotrasportatori, che stanno creando molti disagi in tutto il Paese. A Napoli continua la caccia alla benzina. Ieri alcuni distributori in città e in provincia sono stati riforniti di carburante e oggi sono presi d’assalto, con lunghe code di auto e moto e ripercussioni sul traffico.
I tir bloccano anche la produzione di Coca-Cola. la quale ha annunciato di essere stata costretta a fermare la produzione negli impianti di Marcianise, in provincia di Caserta, e Rionero in Vulture, in provincia di Potenza. Nello stabilimento di Marcianise vengono prodotte Coca-Cola, Fanta, Sprite, Nestea e Kinley nei formati vetro, Pet, lattine e Bag in Box. A Rionero si imbottigliano alla fonte i marchi Lilia, Sveva e Vivien. Tale decisione, spiega Coca-Cola Hbc Italia, “è stata dettata dall’impossibilità di ricevere le materie prime necessarie per la produzione di bevande gassate e per l’imbottigliamento di acqua minerale e poter permettere il normale deflusso dei prodotti dai magazzini. A garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali, tutela del servizio al consumatore, e nel rispetto nei confronti degli impegni con i clienti, Coca-Cola Hbc Italia auspica di poter riprendere quanto prima l’attività produttiva”.
Per il terzo giorno consecutivo si ferma anche l’attività produttiva negli stabilimenti Fiat di Melfi, Cassino, Pomigliano, Sevel e Mirafiori: lo sciopero degli autotrasportatori sta impedendo il rifornimento di componenti. L’azienda ha comunicato che anche oggi, dopo i lavoratori del primo turno, interessati dallo stop produttivo saranno anche gli addetti del secondo turno dei cinque stabilimenti. La fermata lavorativa di martedì e mercoledì ha determinato la mancata produzione di 4.200 veicoli al giorno.
A lanciare l’allarme è anche Assobiomedica, l’Associazione di Confindustria che rappresenta la quasi totalità delle imprese biomedicali e diagnostiche: “E’ necessario che il Governo e le organizzazioni del trasporto in stato di agitazione intervengano urgentemente per favorire la consegna delle forniture sanitarie e limitare i disagi delle proteste che, al di là di un danno relativo per le aziende, stanno mettendo a rischio la salute di migliaia di pazienti in tutta Italia”. “La situazione è a dir poco esplosiva – spiega l’Associazione di Confindustria – come è facile immaginare, si tratta infatti di prodotti necessari e spesso indispensabili per le cure ai pazienti, la cui mancata consegna mette a rischio la loro incolumità”.
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