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Forconi, il movimento di divide: il leader Ferro: “Niente manifestazione a Roma troppi rischi di infiltrati” ma Calvani non ci sta

 Mercoledì 18 dicembre non saremo a piazza del Popolo a Roma. Ad annunciarlo all’Adnkronos è Mariano Ferro, leader dei ‘Forconi’. “Temiamo che possano esserci degli ‘infiltrati’ e che la manifestazione da pacifica si trasformi in qualcosa di lontano dalle nostre intenzioni”. ”Siamo convinti da quello che sta accadendo nelle ultime ore che organizzazioni trasversali potrebbero creare disordini. Noi – ribadisce Ferro – non possiamo rischiare di farci coinvolgere in situazioni simili eanche un presidio potrebbe essere una miccia pericolosa. C’è una destra in questo Paese che vorrebbe strumentalizzare la protesta e non non possiamo permetterlo ne’ alla destra ne’ alla sinistra”.

La protesta continua ma “non a Piazza del Popolo. Vogliamo fare pressione al governo in maniera pacifica, nei territori”, conclude il leader dei ‘Forconi’. A piazza del Popolo a Roma “non ci saranno la maggior parte dei comitati del coordinamento 9 dicembre” ha quindi confermato Lucio Chiavegato. “Ci dissociamo – sottolinea – anche da Danilo Calvani perchè i suoi discorsi a noi non vanno bene”. “La protesta è e deve rimanere sul piano democratico e pacifico. Se qualcuno vuole alimentare pensieri “strani” allora noi prendiamo le distanze”. I presidi “continuano e cresceranno sul territorio”.

Sulla questione è nuovamente intervenuto il vicepremier Angelino Alfano: “Questa settimana, che inizia da domani, crediamo sia come quella appena trascorsa”. “Faccio un appello ai manifestanti a rispettare le leggi dello Stato perchà la loro protesta possa essere ascoltata -ha aggiunto Alfano-. Avendo due orecchie e una sola bocca siamo più pronti ad ascoltare, ma dentro la legge”. Mentre il leader di CasaPound Italia Gianluca Iannone attacca: “Scopriamo dal premier Enrico Letta che CasaPound è ‘a capo’ della rivolta del 9 dicembre. Una rivolta ‘antisemita’ peraltro. Il tentativo del Governo è chiaro: screditare una mobilitazione di popolo, demonizzare una protesta che non si riesce a intercettare, creando un capro espiatorio da sacrificare sull’altare della conservazione del potere. D’altra parte lo si era capito già ieri con l’arresto del vicepresidente di Cpi Simone Di Stefano per il surreale reato di ‘furto di bandiera’. Oggi il presidente del Consiglio ci ha messo il sigillo ufficiale”.