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Il Milan e la crisi, Kaka’: “Rischio concreto di non essere in Europa la prossima stagione, sarebbe un vero fallimento”

Il Milan e la crisi, Kaka’:  “Rischio concreto di non essere in Europa la prossima stagione, sarebbe un vero fallimento”

 ”Dobbiamo convivere con la paura di non essere in Europa nella prossima stagione. Anche se è difficile pensare al Milan senza Europa”. E’ difficile, ma ormai è più che possibile. Sarebbe un vero fallimento, tecnico ed economico, con decine di milioni di introiti mancati e un’immagine  -  quella del club più titolato al mondo, dal dna incontestabilmente europeo  -  tutta da ricostruire. Kakà, leader tecnico e morale di una squadra che proprio non riesce a uscire dalla crisi, confessa lo sgomento di un ambiente che non è proprio abituato all’esclusione dall’élite del continente, cioè dalla nobiltà del calcio mondiale.

Nelle ventotto stagioni e mezza dell’era Berlusconi soltanto 4 volte il Milan non ha giocato le coppe: nell’86-87, agli albori dell’avventura dell’allora neopresidente; nel ’91-92, in conseguenza della squalifica Uefa per l’uscita dal campo decisa da Galliani (le famose luci di Marsiglia); nel ’97-98 e nel ’98-99, annate successive rispettivamente ai non felici ritorni di Sacchi e Capello (ma nella seconda, sotto la guida di Zaccheroni, arrivò lo scudetto, e nella prima la finale di Coppa Italia). Per il resto il Milan ha giocato per 20 volte in Coppa Campioni-Champions League e 5 in Coppa Uefa. Da 15 anni gioca ininterrottamente in Europa e dal 2009 partecipa consecutivamente alla Champions. L’estromissione sarebbe dunque traumatica e nel contempo storica.

Non si tratta di un’eventualità remota, ma di una possibilità molto concreta. La Coppa Italia era la scorciatoia per l’Europa League  -  il semplice ingresso in finale avrebbe garantito con tutta probabilità la qualificazione ai playoff della coppa minore  -  e il Milan l’ha colpevolmente buttata via, lasciandosi battere in casa dall’Udinese nei quarti di finale in gara secca, per giunta partendo dal vantaggio del gol segnato dopo soli 7′ da Balotelli. Ora le residue speranze di non perdere le coppe passano attraverso la conquista della Coppa Campioni (dove le avversarie più forti sono almeno cinque e già il duello imminente con l’Atletico Madrid negli ottavi è complicatissimo) oppure attraverso una rimonta in campionato fino al quinto posto, che attualmente è lontano 7 punti, con 6 squadre di mezzo e 18 giornate da giocare. “Questa situazione deve diventare uno stimolo in più, a cominciare proprio dal duello con l’Atletico”.

Kakà prova a caricare se stesso e i compagni. Però il suo sembra soprattutto un ritornello, il classico training autogeno. I modi della sconfitta con l’Udinese sono sconfortanti e anche Seedorf non si illude sulla rapida assimilazione del progetto tattico offensivista, che in Coppa Italia si è confermato bisognoso di equilibrio: lo sbilanciamento, con 4 giocatori d’attacco contemporaneamente in campo, va compensato con opportuni contrappesi, tutti da trovare. Così il neoallenatore è realista. “I miracoli non si fanno in due giorni. Bisogna lavorare tantissimo”.