Oggi Ddl sull’abolizione del Senato, aut aut di Renzi : ” O facciamo le riforme o lascio”
“Non ci sto a fare le riforme a metà, non sto a Roma perché mi sono innamorato dei palazzi: se la classe politica dice che non bisogna cambiare, faranno a meno di me e magari saranno anche più contenti”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, intervenuto a Rtl 102.5.
“Al dolore della gente – ha aggiunto – bisogna dare risposte chiare. Il governo deve essere coraggioso, perché o lo è o perdiamo la faccia. Ed io la faccia non la voglio perdere”.
“O facciamo le riforme o non ha senso che gente come me sia al governo”, ha sottolineato il presidente del Consiglio. “Penso – ha aggiunto – che quelli che si alzano la mattina per andare a lavorare non ce l’hanno con la politica, ma vorrebbero una politica diversa che avesse il coraggio di fare le cose che servono alla gente, e non alla Casta. Gli italiani in questi venti anni hanno fatto un sacco di sacrifici, ma hanno visto crescere il debito, perché quei sacrifici non venivano fatti dai politici di Roma”.
“Vediamo se questa volta si bluffa o si fa sul serio – ha sottolineato -. E’ una questione di dignità. Su questo non mollo di mezzo centimetro”.
“Sono sicuro che molti elettori del Movimento 5 Stelle vorrebbero che Grillo votasse con noi la riforma del Senato – ha continuato -. Ma Grillo ha più interesse a lasciare le cose come stanno. Ma se facciamo le riforme che gli italiani chiedono da 20 anni, anche i populisti indietreggiano”.
LAVORO
“Potrà sembrare un paradosso – ha osservato -, ma per creare lavoro bisogna rimettere a posto le regole istituzionali, cioè eliminare i politici dalle province, superare il Senato, eliminare quell’autentica vergogna, perché nel disegno di legge costituzionale di oggi c’è anche tutto un passaggio sulle Regioni: rimborsopoli, indennità dei consiglieri regionali, tutte questioni che conosciamo bene e alle quali metteremo un freno”.
“Ci sono grandi problemi sui giovani – ha ribadito Renzi -, abbiamo una disoccupazione giovanile altissima al 42% ma abbiamo un sacco di gente che a 50 anni perde il lavoro e si sente dire che o è troppo vecchia per andare a lavorare o troppo giovane per andare in pensione e sono ignorati anche dal dibattito televisivo, quindi c’è un problema non solo per i giovani”.
“Per creare lavoro – ha sottolineato il premier – bisogna rendere l’Italia più attrattiva, bisogna far sì che chi ha voglia di tirar fuori le energie, la grinta e anche un po’ di soldi per creare impresa, possa farlo. Questa parte istituzionale non serve solo per gli addetti ai lavori, ma è anche il presupposto per poter chiedere agli imprenditori internazionali di tornare ad investire in Italia. Un sistema Paese che è più semplice, che funziona meglio, che costa meno e che dà il senso che i politici hanno finalmente capito la lezione, questo sistema è più capace di creare lavoro”.
“Poi c’è, naturalmente – ha proseguito – da semplificare le regole: vorrei che per chi vuole creare un posto di lavoro, prendere un apprendista, fare un contratto a termine, sia più semplice farlo. Oggi se un fornaio vuole prendere un apprendista deve passare per tonnellate di burocrazia, cosa che serve più a chi deve fare formazione che non al fornaio che deve imparare, è più una cosa burocratica che concreta”.
UNDER 40
“Vorrei ci fossero più garanzie per chi non ne ha, e parlo da under 40: la nostra è una generazione che è stata tagliata fuori dalle garanzie, sono state date garanzie soltanto ad alcuni”, ha detto il premier.
TUTELE PER LA MATERNITÀ
“Noi – ha aggiunto Renzi – siamo il Paese che ha minore tasso di natalità, le ragazze non fanno più figli. Ci sarà un fatto culturale, ma secondo me c’è anche il fatto che l’Italia non garantisce, non tutela la maternità. Riuscire a intervenire non soltanto per chi è lavoratrice dipendente, ma anche per una ragazza precaria e darle il diritto alla maternità come a tutti gli altri è un obiettivo che abbiamo messo nel disegno di legge delega. Dare garanzia a tutti, anche a quelli che in questi anni sono stati dimenticati dal legislatore nazionale”, ha concluso Renzi.
Social