Super Bowl, trionfo New York Giants. Eli Manning e Madonna infiammano lo stadio
Un poker gigante. I New York Giants battono i New England Patriots per 21-17 nel 46° Super Bowl a Indianapolis e sono i campioni della National Football League. La franchigia della Grande Mela conquista il quarto titolo della propria storia con un successo molto simile, se non identico, a quello del 2008. Ancora sconfitti i Patriots, ancora un touchdown decisivo nel finale e, soprattutto, ancora una prova magistrale di Eli Manning che ha vinto il confronto diretto con Tom Brady. Il quarterback di New York è il miglior giocatore della serata, è l’MVP (Most Valuable Player) della notte che offre spettacolo in campo e fuori: le squadre lottano per l’anello destinato ai campioni, nell’intervallo è Madonna in versione Cleopatra a infiammare il pubblico del Lucas Oil Stadium con il suo concerto di 13 minuti. Davanti ai teleschermi, i quasi 200 milioni di spettatori restano incollati al divano fino alla fine. Le pause del match sono dominate dagli spot pubblicitari creati per l’occasione speciale e mandati in onda negli slot di 30” acquistati per 3,5 milioni di dollari: spiccano quello della Fiat Abarth con dialoghi in italiano e con il cameo di Clint Eastwood nel nuovo commercial Chrysler. Tra un break e l’altro, si arriva all’epilogo della partita, cominciata con il break iniziale dei Giants (9-0) e proseguita con la rimonta dei Patriots (17-9). Con due field goal del kicker Lawrence Tynes, New York riduce le distanze (17-15) nel terzo periodo.
A compiere il miracolo vero, però, secondo il copione deve essere Manning. E il numero 10, che chiuderà il match con 30/40 per 296 yard e 1 meta, non delude. Orchestra un drive impeccabile da 88 yard che viene coronato dal touchdown di Ahmad Bradshaw: il running back firma il 21-17 con 58” ancora sul cronometro. Troppo presto, forse: i Patriots avrebbero il tempo per piazzare la stoccata in extremis. Ma la difesa dei ‘giganti’ soffoca l’ultimo tentativo di Brady, vince New York e Manning prenota un posto nella Hall of Fame. Quando è entrato nella lega, era il fratello del ‘perfetto’ Peyton, quarterback degli Indianapolis Colts. Ora, le gerarchie si sono rovesciate: il fratellino è il re del football, il fratellone deve pensare a curare le lesioni al collo e non gioca da un anno.
”Questa vittoria non appartiene a una persona, è di un’intera squadra”, dice Eli. Parole di circostanza, forse, ma capaci di fotografare la realtà: i Giants si sono forgiati con un perfetto finale di regular season e nei playoff hanno preso il volo battendo Atlanta, i defending champions di Green Bay e San Francisco. Nella storia c’è spazio anche per Tom Coughlin, 65enne coach di New York. Dopo aver sfiorato l’esonero una decina di volta, si toglie lo sfizio di vincere il secondo Super Bowl nella Big Apple e diventa l’allenatore più anziano a portare a casa il Lombardi Trophy.
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