Effetto Draghi, i suoi annunci portano lo spread a 160 punti. Il Btp rende il 3,15%
E’ bastato che Mario Draghi annunciasse che nel board della Bce si è parlato di quantitative easing, cioè acquisto di bond per immettere liquidità sul mercato alla maniera della Fed, perché gli investitori reagissero come se ciò già stesse avvenendo. Come nella famosa estate del “faremo qualunque cosa necessaria per difendere l’euro”, il governatore trasmette la politica monetaria con la sola parola. Ora, a dire il vero, si è guadagnato qualche settimana di tempo prima che venga messo alla prova sulla reale consistenza di quegli annunci. Intanto c’è chi riporta che i tecnici della Bce si sono già messi al lavoro su scenari ipotetici d’intervento: per la tedesca Faz, in seno all’Eurotower hanno lavorato sulle simulazioni di un programma d’acquisto di obbligazioni da 1.000 miliardi, che genererebbe un incremento dell’inflazione dell’Eurozona in un range tra lo 0,2 e lo 0,8%.
Sta di fatto che lo spread tra Btp e Bund tedeschi scende a 160 punti base, livelli che non si vedevano dal maggio 2011, e il rendimento dei titoli decennali italiani sul mercato secondario segna nuovi minimi storici infrangendo al ribasso la soglia del 3,2%, scendendo per la precisione fino al 3,15%. I mercati oggi tornano
a guardare agli Stati Uniti, dove il rapporto sul mercato del lavoro indica la creazione di 192 mila posti di lavoro, poco sotto le attese per 200mila nuovi posti, e un tasso di disoccupazione fermo a marzo al 6,7% contro previsioni per una leggera riduzione al 6,6%.
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