Rendite finanziare, il governo porta la tassazione al 26% esclusi i titoli di stato
È ufficiale: l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie riguarderà tutti i tipi di investimenti, compresi gli interessi maturati sui depositi bancari, e con la sola eccezione dei titoli di Stato. È quanto prevede la versione definitiva del decreto che introduce il bonus da ottanta euro per i redditi da 8 a 24mila euro e taglia l’Irap alle imprese del 10 per cento.
Renzi è stato bersagliato dalle critiche per non aver introdotto da subito il bonus in via strutturale. Il ritocco apparso oggi serve a rassicurare gli scettici e prevede l’introduzione di un fondo a cui vincolare i risparmi da tagli alla spesa. Varrà 2,7 miliardi nel 2015, 4,7 nel 2016, 4,1 nel 2017, 2 dal 2018.
A proposito di tagli: quelli a ministeri e Presidenza del consiglio varranno quest’anno 240 milioni, 40 in più dell’ultima bozza. Nel corso di quest’anno le amministrazioni pubbliche (ma con esclusione di Università e sanità) dovranno limitare gli incarichi per consulenze. Il tetto è al 4,2 per cento della spesa fino a 5 milioni, all’1,4 per cento sopra i cinque. Le amministrazioni potranno inoltre ridurre del 5 per cento gli importi dei contratti per beni e servizi ed è fatta salva la possibilità di recedere entro trenta giorni senza penali. Le amministrazioni potranno stipulare nuovi contratti usando le convenzioni quadro della Consip, dell ecentrali di committenza regionali o tramite affidamento diretto. Per la lotta all’evasione l’obiettivo del 2015 è 15 miliardi di euro, due in più di quelli raccolti alla fine del 2013.
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