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Scoppia il caos nel M5S, la base accusa Grillo e Casaleggio. Dossier sugli errori che hanno portato al flop

Scoppia il caos nel M5S, la base accusa Grillo  e Casaleggio. Dossier sugli errori che hanno portato al flop

E’ caos nel M5S per un dossier interno che analizza i risultati elettorali. Nel documento si auspica maggior partecipazione in tv e ritorno allo streaming e la costituzione di una squadra di governo. «Se si decide di voler raggiungere il 51% allora bisogna adeguare il messaggio» facendo ricorso «a strumenti appropriati, tv in prima istanza, e «declinare il messaggio», si legge nel documento. Torna il ricorso allo streaming delle riunioni, prima fiore all’occhiello del M5S, poi finito quasi nel cassetto. «I parlamentari devono tornare a confrontarsi su temi pratici e concreti. E farlo in streaming, in modo da interessare quelle fette di popolazione destinatarie del lavoro parlamentare o dell’attività di governo.

La percezione dei parlamentari “Poco affidabili”

Quattro capitoli: «Intro», «Fuori», «Dentro» e «Possibili soluzioni». Ma è la percezione il punto debole. Si legge:«Non siamo da governo. Ciò che i parlamentari hanno percepito è stato l’atteggiamento di sfiducia nei loro confronti. Seppur elogiati per il loro impegno, i parlamentari del M5S non sono ancora percepiti come affidabili. Si ritengono poco concreti (la battaglia sul 138 l’hanno capita ben poche persone). Mancano di umiltà e a volte sono percepiti come saccenti». Viene anche indicata una exit strategy. Lo staff invita a «uscire fuori»: «Organizzare stati generali tematici, entrare nelle università, nei luoghi di lavoro e lasciar perdere le agorà. Andare a presentare denunce e proposte direttamente ai destinatari. Aprirsi, prendersi le piazze mediatiche degli altri». «Per far percepire l’affidabilità e il costruttivismo del gruppo – si legge – non si possono più fare solo denunce senza essere affiancate da proposte e soluzioni. Se non si ha una soluzione a un problema non lo si può denunciare». E a tal proposito viene suggerita la presentazione di «una squadra di governo» che possa concretizzare queste idee. Il tutto partendo dalla tesi che «il MoVimento non è crollato, ma Renzi ha stravinto, con percentuali senza precedenti nella storia della Repubblica se si escludono i risultato della Dc del dopoguerra, ai tempi della legge truffa.

Staff e gruppi comunicazione

Sale la tensione nel Movimento. Secono molti l’iniziativa dello staff comunicazione non sarebbe stata però gradita a Grillo (che si trova a Marina di Bibbona, in vacanza) e Casaleggio. E a far infuriare più di tutto il guru sarebbe stata un’indicazione che va in netto contrasto con quanto suggerito invece, all’indomani dell’esito elettorale, proprio da Casaleggio che aveva sollecitato ad essere meno presenti in tv. Tra l’altro, sempre secondo quanto si apprende, sempre Casaleggio non avrebbe voluto un “quartier generale” a Roma, in un albergo dell’Eur, dove, con tanto di sala stampa, i 5 stelle avrebbero aspettato i risultati. Che però sono stati al di sotto delle aspettative. «Troppa attenzione mediatica» era stato sottolineato. Casaleggio però smentisce: «Io il dossier non l’ho nemmeno visto», spiega a Corriere.it. Ad alimentare il caos in casa 5 stelle, c’è anche il fatto che l’analisi del voto sia stata elaborata solo dallo staff comunicazione della Camera senza consultare i colleghi del Senato. Ma anche Nicola Biondo, capo ufficio stampa alla Camera, raggiunto telefonicamente da Corriere.it smentisce: «No comment, ho sentito Casaleggio più volte oggi».Staff e gruppi comunicazione
Sale la tensione nel Movimento. Secono molti l’iniziativa dello staff comunicazione non sarebbe stata però gradita a Grillo (che si trova a Marina di Bibbona, in vacanza) e Casaleggio. E a far infuriare più di tutto il guru sarebbe stata un’indicazione che va in netto contrasto con quanto suggerito invece, all’indomani dell’esito elettorale, proprio da Casaleggio che aveva sollecitato ad essere meno presenti in tv. Tra l’altro, sempre secondo quanto si apprende, sempre Casaleggio non avrebbe voluto un “quartier generale” a Roma, in un albergo dell’Eur, dove, con tanto di sala stampa, i 5 stelle avrebbero aspettato i risultati. Che però sono stati al di sotto delle aspettative. «Troppa attenzione mediatica» era stato sottolineato. Casaleggio però smentisce: «Io il dossier non l’ho nemmeno visto», spiega a Corriere.it. Ad alimentare il caos in casa 5 stelle, c’è anche il fatto che l’analisi del voto sia stata elaborata solo dallo staff comunicazione della Camera senza consultare i colleghi del Senato. Ma anche Nicola Biondo, capo ufficio stampa alla Camera, raggiunto telefonicamente da Corriere.it smentisce: «No comment, ho sentito Casaleggio più volte oggi».

Dissidenti e critici

Nel frattempo i dissidenti riacquistano forza. Così come spaventa l’idea che ancora una volta siano Grillo e Casaleggio (sempre più affiancato dal figlio Davide) a decidere tutto. Viene criticato il look di Casaleggio (“inquietante con quel cappellino”) . Roberta Lombardi passa al contrattacco con una dichiarazione ad Avvenire che fa discutere: «Sui palchi o in tv ci vanno Di Battista, Morra, Di Maio o la sottoscritta semplicemente perché siamo più bravi. Magari Curro’ e Rizzetto avranno altri talenti, ma io non li conosco». Ma soprattutto viene criticata la decisione di allearsi con Farage senza consultare la base. Spiega la deputata Giulia Sarti a La Stampa: «Appena ho saputo dell’ incontro di Grillo con Farage ho pensato: perché l’ Ukip? La sua campagna elettorale l’ ho schifata più ancora di quella della Le Pen; Poi se il Movimento facesse un gruppo con l’ Ukip, saremmo anche costretti, noi qui in Italia, a votare contro le loro posizioni in Europa, ad esempio sull’ immigrazione». E poi aggiunge: «Quello che io di sicuro non accetterei mai è di stare sotto di loro, cioè che i nostri debbano prendere indicazioni dall’ Ukip». Il tutto mentre rimane aperto anche lo strappo con Federico Pizzarotti, sindaco di Parma considerato da molti dei fedelissimi ormai fuori dal M5S. Le acque dunque rimangono agitatissime all’interno del Movimento e lo sbarco a Bruxelles appare profilarsi decisamente complesso.