Esuberi Alitalia, Camusso: “E’ possibile un piano per evitare i licenziamenti”
Incassato un primo via libera di Etihad alle nozze con Alitalia, i riflettori sono ora tutti puntati sulla delicata partita dei 2.500 esuberi confermati ieri dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e considerati dagli emiratini un sacrificio necessario per entrare nel capitale della new company che sarà creata a valle dell’accordo finale. La segretaria della Cgil, Susanna Camusso, si dice pronta a discutere «sostenendo che ci sono degli strumenti a partire dai contratti di solidarietà e forme di rotazione che non determinano la riduzione dell’occupazione».
Sul come si procederà ad assicurare quanto chiesto dalla compagnia di Abu Dhabi, è ancora presto per dirlo. Alitalia, è chiaro, dovrà incontrare nuovamente i sindacati, ma intanto una prima risposta all’ultima lettera inviata dal ceo di Etihad, James Hogan, sarà al vaglio del cda di Alitalia convocato per il pomeriggio di venerdì. Intanto, però, i sindacati, prima di accettare nuovi sacrifici, vogliono conoscere quale sarà il piano di rilancio per il vettore nazionale. «Su Alitalia – avverte Luigi Angeletti, numero uno della Uil – aspettiamo di conoscere il piano industriale prima di esprimerci. Solo sapendo quali sono le proposte si potrà aprire la discussione e capire se l’investimento produrrà sul serio una prospettiva positiva per Alitalia insieme eventualmente a ricadute sul piano occupazione».
Abu Dhabi ha promesso di trasformare Alitalia in una compagnia a cinque stelle in 5 anni, con più rotte intercontinentali, nuovi aerei e una forza sul mercato in grado di competere con gli altri colossi del cielo, ma sollecita anche un ulteriore snellimento della forza lavoro oltre a quanto era previsto nel piano industriale presentato a luglio dall’ad della compagnia di bandiera, Gabriele Del Torchio. Il governo si è detto pronto a fare la sua parte e, con il ministro Poletti, ha ricordato che «c’è un fondo volo nelle disponibilità del ministero delle Infrastrutture. Bisogna capire come questa situazione si configurerà non essendoci ancora un accordo». Insomma, solo nei prossimi giorni si capirà l’entità dello sforzo chiesto al personale di Alitalia e le coperture necessarie.
Intanto, però, sul futuro matrimonio incombe anche il faro Ue con la portavoce del commissario ai Trasporti Kallas che ieri ha ribadito la necessità che «la maggioranza della compagnia aerea deve essere in mani europee, così come il suo controllo». Una sortita stigmatizzata oggi dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha trovato «molto singolare» la dichiarazione di ieri. «Si chiede come sia possibile che gli arabi entrino nel capitale della compagnia facendola diventare non europea. Dimostra che c’è un gioco a non far crescere la nostra compagnia e a favorire le loro». Quanto agli esuberi, «vedremo come affrontarli – prosegue Bonanni – sia recuperando le persone in seguito, perché una grande compagnia potrà riassorbirle, sia con gli ammortizzatori sociali. Faremo fronte a questo problema e lo gestiremo come ogni vertenza sindacale».
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