Governo iracheno: “Isis sta decapitando centinaia di soldati”. Kerry vola a Baghdad
L’Isis continua ad avanzare. Con violenza. “Centinaia di soldati sono stati decapitati e impiccati a Salahaddin, Ninive, Dilaya, Kirkuk e nelle zone dove si trovano i jihadisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”, riferisce Qassem Atta, portavoce per gli affari di sicurezza del premier iracheno Nuri Al Maliki.
Nell’ovest dell’Iraq le milizie tribali sunnite hanno occupato un valico di frontiera con la Giordania, dopo che le truppe irachene si sono completamente ritirate. Lo hanno riferito fonti dell’intelligence irachena e giordana. La notizia è arrivata poche ore dopo l’annuncio che la Giordania ha chiuso la frontiera con l’Iraq. Gli ultimi sono stati tre giorni di fuoco per l’esercito iracheno, che ha perso il controllo di numerose città (Rutba, Rawah e Ana le ultime), di due valichi con la Siria e di uno con la Giordania, garantendo di fatto ai ribelli rifornimenti oltre il confine, nelle zone della Siria controllate da altri gruppi jihadisti, tra cui proprio lo Stato islamico dell’Iraq e della Siria (Isis). I miliziani qaedisti hanno anche rafforzato il loro controllo della cittadina strategica di Tel Afar, tra Mosul e il confine siriano, nella parte nord-occidentale dell’Iraq.
Isis mette radici: cerca spose. Vanno casa per casa chiedendo di vedere le carte di identità delle ragazze che ci vivono per individuare le nubili. E’ questa la strategia usata dai miliziani dell’Isis per radicare la loro presenza nelle zone dell’Iraq conquistate. Il quotidiano britannico Independent cita il caso della città di Baiji, a nord di Bagdad. Qui i jihadisti stanno ‘setacciando’ le abitazioni in cerca di spose. “Ho detto loro che in casa c’erano solo due donne ed entrambe sposate – racconta il testimone Abu Lahid -. Hanno detto che la maggior parte dei mujahedin non è sposata e vuole una moglie. Hanno insistito per entrare nella mia casa e guardare le carte di identità delle donne”, per verificare se erano nubili o sposate.
Già durante la guerra civile tra sunniti e sciiti del 2004-2008 al Qaeda in Iraq costrinse le donne locali a sposare i suoi uomini, attirandosi le antipatie della gran parte della comunità sunnita. Anche ora, i matrimoni forzati potrebbero isolare l’Isis. La dirigenza del gruppo, cosciente di questo pericolo, ha infatti ordinato ai suoi uomini di non infastidire la popolazione locale se si tratta di sunniti, cercando di mantenere il loro sostegno politico.
In molte delle zone conquistate i jihadisti stanno imponendo norme in linea con la Sharia. E’ successo ad esempio a Mosul, la prima delle città conquistate dall’Isil, dove inizialmente la popolazione è stata felice di vedere rimossi i posti di blocco dell’esercito che per anni hanno ridotto la mobilità, ma la tolleranza ha avuto effetti limitati. Proprio a Mosul una donna ha denunciato di essere stata frustata insieme al marito in quanto copriva solamente il capo con un velo invece di indossare il niqqab che cela l’intero corpo. Limitazioni sono anche state imposte circa il fumo delle sigarette o la visione della televisione nei bar.
Attacco a convoglio. Sono 70 le vittime di un attacco contro un convoglio di detenuti avvenuto in iraq nei pressi della città di Hillah, a sud di Bagdad. Lo hanno riferito fonti di polizia alla Bbc. Per ragioni di sicurezza era in corso un trasferimento più a sud dei detenuti, tutti accusati di terrorismo, quando il convoglio è stato colpito. Diversi poliziotti sono rimasti feriti e nel conflitto a fuoco hanno perso la vita anche sei uomini armati.
Social