Vertice Ue, incontro positivo tra Renzi e Merkel. Van Rompuy: “Particolare attenzione alle riforme strutturali, rafforzano la crescita e la sostenibilità”
Proseguono incessanti i lavori di Ypres, dove i vertici dei Paesi membri dell’Unione europea tessono la trama per delineare i vertici del Vecchio Continente. In pole position per la presidenza della Commissione Ue c’è il popolare lussemburghese Jean Claude Juncker, ma tra le parti sono mancate le stoccate e le ribattute. Il premier italiano Matteo Renzi, ad esempio, ha avuto parole precise su Juncker, chiedendo che il suo via libera fosse condizionato a un documento preciso “su dove vuole andare l’Europa”. In poche parole, la certezza che le politiche saranno orientate alla crescita. Una posizione che ha trovato l’iniziale freddezza di Angela Merkel, che si è poi sciolta. Prima dell’inizio dei lavori della seconda giornata del vertice europeo, infatti, Renzi ha avuto un bilaterale con la cancelliera tedesca. Il colloquio si è svolto in un clima “molto positivo”, riferiscono le fonti europee. I due leader hanno fatto un giro d’orizzonte sul testo del documento programmatico per la prossima Commissione e sulle nomine ai vertici.
Un richiamo alla flessibilità emerge intanto dalle ultime bozze dell’agenda Van Rompuy, secondo la quale si invita a “fare il miglior uso della flessibilità” già contenuta nelle regole esistenti del Patto di Stabilità e crescita. La stessa formula è stata ripresa anche nelle conclusioni del vertice, secondo altre bozze. Tornando al documento di Van Rompuy, si chiede di prestare “particolare attenzione” alle riforme strutturali che “rafforzano la crescita e la sostenibilità” della finanza pubblica nell’ambito delle valutazioni delle manovre di bilancio.
“Abbiamo ottenuto quanto volevamo: ampi spazi di manovra sul fronte della flessibilità con l’impegno a tenere conto delle riforme strutturali e la possibilità di sviluppare strumenti finanziari per progetti di investimenti nel lungo periodo”. Così ha spiegato la situazione Sandro Gozi, responsabile delle politiche Ue. Se tra Roma e Berlino le frizioni sembrano dunque superate, non mancano da altre parti le spingardate sulla nomina di Juncker e sul ruolo Ue verso la crescita. Jean-Claude Juncker “è la persona sbagliata” per dirigere la Commissione Ue, ha ribadito ad esempio il premier britannico David Cameron al suo arrivo al vertice Ue, dove lo stesso Juncker oggi sarà designato come presidente della Commissione. Juncker “non è la persona giusta per guidare questa istituzione”, ha insistito il leader inglese. Di politiche ha parlato il premier finlandese Aleksander Stubb: “Il patto di stabilità deve essere basato su due pilastri. Il primo è la stabilità e non c’è bisogno di altra flessibilità”, ha avvertito. Il secondo pilastro, spiega Stubb. è la crescita, ma “non dobbiamo creare l’illusione che siano i politici a crearla”.
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