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Esplode il caso del ‘saluto’ della Madonna al boss: indagine Antimafia. Il presidente dei vescovi: “I preti dovevano scappare”

Esplode il caso del ‘saluto’ della Madonna al boss: indagine Antimafia. Il presidente dei vescovi: “I preti dovevano scappare”

La Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria avvia un’indagine su quanto accaduto a Oppido Mamertina, dove mercoledì scorso la processione della Madonna delle Grazie si è fermata davanti all’abitazione del boss della ‘ndrangheta Giuseppe Mazzagatti, 82 anni, condannato all’ergastolo e ai domiciliari per motivi di salute. Prosegue, dunque, l’accertamento dei fatti mentre non si spegne l’ondata di sdegno per l’accaduto. Mentre Rosario Fiorello su Twitter lancia l’ashtag #iononminchino.

“Dispiace che i preti non abbiamo avuto il coraggio non di andare via ma di scappare dalla processione. Quando i carabinieri hanno lasciato, i preti dovevano scappare dalla processione. Avrebbero dato un segnale e di questi segnali abbiamo bisogno”. Lo dichiara all’Ansa il presidente dei vescovi calabresi monsignor Salvatore Nunnari. “Siccome sotto la vara può capitare che ci sia il mafioso di turno che fa poi il capo – prosegue il religioso -, allora bisogna avere il coraggio di fermare le processioni. Se fossi vescovo di quella città per un po’ di anni non ne farei e credo che sarebbe cosa gradita alla Madonna”.

Mercoledì scorso, all’altezza della casa di Mazzagatti, i portantini hanno compiuto un mezzo giro invertendo il verso della statua della Vergine. Gesto che il maresciallo dei carabinieri Andrea Marino ha interpretato come deferenza al boss, ordinando ai suoi uomini di lasciare la processione, mentre i membri della giunta comunale e i sacerdoti restavano al loro posto. E sono stati proprio i carabinieri di Oppido, di cui il maresciallo Marino è comandante, a far giungere alla Dda la segnalazione da cui è scaturito l’avvio dell’indagine.

Il sindaco Domenico Giannetta aveva provato a smontare quella interpretazione dei fatti con un lungo comunicato, ricollegandolo a un’antica prassi, consolidata da oltre trent’anni. Spiegazione che non ha convinto nessuno. Anche le autorità religiose hanno dato avvio ai loro accertamenti, richiamate alla lotta contro la criminalità organizzata da Papa Francesco appena due settimane fa, durante il viaggio del Pontefice in Calabria.

Ricollegandosi alle parole di Bergoglio, ancora monsignor Nunnari annuncia: “Nei prossimi giorni riunirò la Conferenza episcopale calabra affinché tutti i vescovi, finalmente, si pronuncino, non su Oppido, ma su come rendere concreto e praticabile il messaggio del Santo Padre sulla scomunica. C’è un discorso da fare sul senso canonico della scomunica e anche sul senso morale ed esortativo che il Papa ci ha dato dandoci forza. Se parlassimo meno, vescovi e preti, e agissimo di più sarebbe cosa buona”.

Oggi una nota della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi preannuncia che “il vescovo Francesco Milito, completata l’analisi già avviata in più direzioni sul doloroso fatto, ha promesso energici provvedimenti”. Una iniziativa “sia per la difesa e la protezione del clero impegnato in prima linea e delle loro comunità ecclesiali, che hanno il diritto di non essere disturbati da forme così plateali, sia perché abbiano il sopravvento lo splendore del volto santo della Diocesi, le grandi potenzialità e i desideri di rinascita, che si porta dentro dal riuscitissimo e fervoroso Congresso Eucaristico, concluso di recente e considerato come vera forza per contribuire al rinnovamento della Piana”.

Il vescovo Milito ribadisce inoltre la “netta riprovazione dell’inconsulto e temerario gesto di blasfema devozione che va all’opposto di quella dovuta alla Madre di Dio. Chi è riuscito a compierlo, e a ritentarlo, è chiaramente lontano da ogni pur minimo spirito di fede pura, retta e autentica. Se neanche le parole pronunciate da Papa Francesco appena qualche settimana fa, con una condanna da tutti comprensibile nella sua incisiva chiarezza, sono riuscite a far da freno, è segno che l’indurimento e l’ottundimento di alcune coscienze sono sotto il livello di guardia”.