Gaza, i raid israeliani continuano a fare vittime: 203 i morti, più di 1500 i feriti
E’ ormai di 203 morti il bilancio dell’operazione israeliana contro la Striscia di Gaza, iniziata nove giorni fa. Lo riferisce l’agenzia di stampa Dpa – che cita il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, Ashraf al-Qedra – dopo che nella notte sono proseguiti i raid israeliani, ripresi martedì pomeriggio dopo una breve pausa per il tentativo del mediatore egiziano di porre fine alle ostilità, e il lancio di missili dalla Striscia di Gaza contro Israele. I feriti palestinesi sono almeno 1.520.
Martedì i media israeliani hanno riferito della morte di un civile israeliano di 38 anni rimasto ferito al valico di Erez, al confine tra Israele e la Striscia di Gaza, dall’esplosione di proietti di mortaio lanciati dal territorio palestinese. Si tratta la prima vittima israeliana da quando è iniziata l’operazione ‘Confine protettivo’.
Nella notte l’Esercito israeliano ha chiesto ai palestinesi del nord della Striscia di Gaza di lasciare le proprie case “per la loro sicurezza”. Stando alla Dpa Israele ha colpito obiettivi nella Striscia di Gaza ogni dieci minuti dalla ripresa dei raid. Tra gli obiettivi, secondo gli israeliani, gruppi di militanti responsabili del lancio di razzi e case di militanti e leader di Hamas, compresa – secondo testimoni – quella dell’ex ministro degli Esteri Mahmoud al-Zahar.
Hamas ha chiesto agli abitanti della Striscia di Gaza di non lasciare le proprie case, dopo gli avvertimenti di Israele in tal senso, denunciando una “guerra psicologica”. Secondo il ministero dell’Interno di Gaza – come si legge su Ynet, il sito web del giornale israeliano Yedioth Ahronoth – “non c’è alcun motivo di preoccupazione né alcuna ragione per cooperare” perché si tratta di avvertimenti che “fanno parte di una guerra psicologica”.
Martedì Hamas e la Jihad Islamica hanno di fatto respinto la tregua proposta dall’Egitto, affermando di non essere stati consultati. Dal fallimento dell’iniziativa egiziana, secondo la Dpa, Hamas e la Jihad Islamica hanno lanciato 142 razzi contro Israele, dove hanno continuato a suonare le sirene di allarme per gli attacchi missilistici. Il premier Benjamin Netanyahu ha ribadito che Hamas “pagherà un caro prezzo”.
Abbas al Cairo – Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), arriva al Cairo per colloqui con il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi. L’obiettivo della missione, come ha scritto l’agenzia di stampa palestinese Wafa, è arrivare al “successo dell’iniziativa egiziana” per porre fine alle ostilità.
E’ arrivato al Cairo anche l’inviato del Quartetto per il Medio Oriente, Tony Blair. Lo riferiscono fonti all’aeroporto del Cairo, precisando che durante la sua visita in Egitto, la seconda in meno di una settimana, l’ex premier britannico incontrerà il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.
Human Rights Watch – Israele deve porre fine ai suoi “attacchi illegali contro apparenti obiettivi civili”, comprese le case delle famiglie di sospetti militanti, e i gruppi armati palestinesi devono porre fine agli attacchi indiscriminati con razzi contro i centri abitati in Israele. E’ l’appello che arriva da Human Rights Watch, secondo cui circa la metà dei 1.361 palestinesi rimasti feriti nei raid israeliani contro la Striscia di Gaza fino al 14 luglio scorso sono donne e bambini.
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