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Doccia fredda sulle speranze di ripresa, il 2014 sarà a crescita zero. Siamo rimasti nel tunnel della crisi

Doccia fredda sulle speranze di ripresa, il 2014 sarà a crescita zero. Siamo rimasti nel tunnel della crisi

Crescita zero nel 2014. Il Ref, istituto di ricerche sull’economia e la finanza, è il primo a tagliare la stima per l’Italia dopo la diffusione da parte dell’Istat dell’ultimo dato sulla produzione industriale.

I dati sul primo trimestre, con una variazione del Pil di segno leggermente negativo, spiega l’istituto, “sono giunti come una doccia fredda sulle speranze di ripresa”. Inoltre, la stima del dato di produzione del mese di maggio “ha evidenziato un’ampia contrazione, e induce a ritenere che il secondo trimestre non farà molto meglio”. Ne consegue quindi che la crescita per l’anno in corso “scompare, come evidenziato dalla previsione di una variazione nulla del Pil quest’anno”.

Va precisato, osserva il Ref, “che la nostra indicazione per il 2014 è leggermente più bassa rispetto alle più recenti stime diffuse dagli altri maggiori centri di ricerca nazionali (che hanno mediamente indicato incrementi compresi fra lo 0,2 e lo 0,3 per cento nel 2014) ma questo deriva con tutta probabilità dal diverso set informativo, considerando che siamo probabilmente fra i primi a diffondere una previsione realizzata dopo la diffusione del dato di produzione di maggio”. E’ quindi possibile che “nelle prossime settimane anche il consenso degli altri previsori nazionali converga intorno alla stima di una variazione vicina a zero. Data la distanza che si sta materializzando fra l’andamento effettivo dell’attività economica e le stime governative che, per una volta quanto gli altri previsori, avevano sovrastimato la crescita per l’anno in corso, il quadro congiunturale dei mesi a venire acquisisce un particolare significato”.

Si tratta, osserva ancora in Ref, di “stabilire in che misura la ripresa italiana sinora non sia ripartita per un semplice ritardo dell’attività economica rispetto agli indicatori qualitativi, oppure se la fase di stagnazione tenderà ancora a protrarsi. In questa seconda ipotesi anche lo scenario 2015 verrebbe rivisto al ribasso nei prossimi mesi e l’intero biennio 2014-2015 si ritroverebbe a cumulare un ampio gap di crescita rispetto allo scenario che aveva fatto da sfondo alla programmazione della nostra politica di bilanci”.