Canale di Sicilia, nella notte soccorso un barcone di migranti: 20 morti e 600 feriti a bordo
Nuova tragedia nel Canale di Sicilia. Stanotte un mercantile civile ha soccorso un barcone in avaria a 68 miglia dall’isola di Lampedusa: sotto stiva sono stati trovati circa venti morti per intossicazione da fumo. Altre 600 persone sono state trasbordate e messe in salvo. Nella stiva c’erano anche tre migranti in fin di vita che sono stati subito trasferiti dalle motovedette della Capitaneria di porto a Lampedusa, ma uno di loro è arrivato già morto.
L’sos è stato lanciato stanotte alle quattro. A raccoglierlo un mercantile che si è recato subito sul posto. L’equipaggio ha caricato i 600 passeggeri del barcone in difficoltà ma non ha potuto trasbordare i morti in assenza delle condizioni di sicurezza. Attualmente il mercantile è ancora al largo di Lampedusa e ha lanciato l’allarme scorte: non hanno viveri e acqua a sufficienza per rifocillare tutti i migranti a bordo. Sul luogo anche gli uomini della Capitaneria di porto.
Dei tre migranti trasportati a Lampedusa, uno è morto prima dell’arrivo, mentre altri due sono saranno trasportati all’ospedale Civico. Uno sta per arrivare con un elicottero del 118 e andrà in seconda Rianimazione. L’altro migrante è già giunto a Palermo, si trova al Policlinico dove è sottoposto a un trattamento di camera iperbarica, e più’ tardi sarà’ trasferito nell’unità operativa di prima Rianimazione del Civico. Entrambi sono in gravi condizioni per un avvelenamento da monossido di carbonio. Sono stati rinvenuti all’interno della stiva dell’imbarcazione. “Il piano di contingenza sanitario messo a punto dall’assessorato – spiega Francesco Bongiorno, responsabile Migrazioni dell’assessorato regionale alla Salute – ha funzionato: i migranti bisognosi di soccorso sono stati subito individuati e assistiti nelle strutture adeguate”.
Non è la prima volta che i soccorritori si trovano a trovare cadaveri nelle imbarcazioni soccorse. Era già accaduto tre settimane fa, allora i morti furono trasportati a Pozzallo.
Già ieri l’isola di Lampedusa si è popolata di 1278 migranti. Arrivati con sette sbarchi diversi cominciati all’alba. Tutti a bordo di barconi che sono riusciti a eludere i controlli dell’operazione Mare Nostrum. Il primo con 352 persone a bordo è arrivato direttamente al porto, gli altri sono stati raggiunti dalla motovedette della guardia costiera e accompagnati in banchina. I migranti, quasi tutti siriani ed eritrei, hanno atteso diverse ore in banchina prima di essere trasferiti al centro di accoglienza, ufficialmente chiuso per lavori di ristrutturazione in vista della riapertura di settembre. In queste ore, con ponti aerei, dovrebbero essere trasferiti altrove.
Una situazione di emergenza che ha trovato tutti impreparati. L’Asp ha sistemato di corsa il necessario per le operazioni di triage e ha prestato soccorso a chi ne aveva bisogno. Soprattutto alle donne incinta. “Corro da un punto all’altro dell’isola – dice Pietro Bartolo, responsabile del poliambulatorio di Lampedusa – non ci aspettavamo tutti questi arrivi e stiamo facendo di tutto per rispondere nel migliore dei modi alle esigenze dei migranti. Domani arriva altro personale in vista di nuovi sbarchi”.
A lanciare l’allarme è anche Save the Children che punta il dito contro le condizioni del centro di accoglienza, affidato sempre alla cooperativa Lampedusa accoglienza nonostante l’annunciata revoca del contratto alla cooperativa dopo lo scandalo dei trattamenti anti-scabbia eseguiti in condizioni disumane. “Il centro – dicono da Save the children – non è adatto ad accogliere i migranti. È necessario l’immediato trasferimento in strutture adeguate”. Il centro è già stato riutilizzato dal 7 luglio, ospitando temporaneamente 323 migranti di cui 69 minori per la maggior parte eritrei che sono stati trasferiti in questi giorni in vari centri di accoglienza straordinaria in Italia.
In mattinata altri arrivi a Pozzallo e Augusta, questa volta con l’operazione Mare Nostrum, per un totale di 958 migranti. Negli ultimi due giorni i migranti su barconi in difficoltà, soccorsi dalle navi della Marina militare inserite nell’operazione Mare Nostrum, sono stati oltre 3.500.
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