Fecondazione eterologa, in Italia le prime quattro gravidanze. I Nas sequestrano le cartelle cliniche
Poco più di cento giorni dopo la caduta del divieto di fecondazione eterologa in Italia già si contano quattro gravidanze.
Tre a Roma e una a Milano nella clinica Matris diretta dal ginecologo Severino Antinori. Questa, secondo i carabinieri dei Nas, non sarebbe, però, vera.
E’ bastato l’annuncio e si è scatenata la bagarre: accuse di «vuoto normativo», controlli nei laboratori, gara a chi ha avuto il test positivo numero uno.
Che le prime gravidanze sarebbero arrivate in questi giorni era, comunque, previsto. Ad aprile la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che vieta il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità della coppia. A giugno, il via libera ai centri, ora, appunto, i risultati positivi.
I CONTROLLI
Nella clinica milanese, ieri mattina dopo l’annuncio del ginecologo, si sono presentati i carabinieri dei Nas per verificare il rispetto dei requisiti minimi previsti dalla legge. «Ho sempre agito secondo le regole – è assertivo Antinori presidente dell’Associazione mondiale della medicina riproduttiva – Ho applicato le tecniche per la fecondazione eterologa a sette coppie a Milano. Una gravidanza è confermata, mentre per gli altri sei casi attendo risultati a giorni. Le probabilità di successo sono molto alte. Che un’ispezione sia effettuata giusto dopo l’annuncio nella mia clinica mi lascia molto perplesso circa il diritto di libertà in questo Paese». Per i carabinieri dei Nas, invece, non è andata così, nessuna gravidanza sarebbe segnalata. Risponde secco il ginecologo: «Ho ottenuto una gravidanza da fecondazione eterologa, e c’è la documentazione. È un falso. I Nas non potevano accertare e individuare la gravidanza perché sarebbe stata una violazione della privacy della paziente. Che il risultato del test sia positivo è un fatto incontrovertibile».
A rendere pubbliche le gravidanze è stata Filomena Gallo, avvocato, segretario dell’Associazione Luca Coscioni. «Una settimana fa ho conosciuto la prima coppia che, grazie a gameti donati, ha ottenuto la gravidanza a Roma. Ha voluto condividere la gioia con noi visto che dieci anni lavoriamo per la riforma della legge 40 sulla fecondazione assistita».
Come la Consulta ha dato il suo parere, ad aprile, le coppie hanno subito presentato la richiesta, oltre 3500 in una ventina di giorni. All’estero, Grecia come Spagna, è lunga la lista d’attesa degli italiani. Secondo il registro europeo Eshre è italiano, infatti, il 63% delle 6.250 pazienti non spagnole che effettuano la fecondazione in quel paese. I costi per avere, oltre confine, un figlio ad ogni costo: dagli 8mila ai 10mila euro.
IL RISCHIO
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin non ha ancora ricevuto l’informativa dei Nas sui controlli. Oggi si dovrebbe tenere una nuova riunione del comitato sulle linee guida e a fine mese si prevede che finiscano i lavori. Parla di una situazione «allarmante» la vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera Eugenia Roccella: «Senza le necessarie normative di sicurezza e per la tracciabilità dei donatori, l’applicazione delle tecniche di fecondazione eterologa presenta un concreto profilo di rischio».
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