Gaza, si intensificano gli attacchi israeliani: colpita l’unica centrale elettrica. Mogherini: “Cessare il fuoco”
Ancora bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. A giornata appena iniziata, il bilancio delle vittime era di almeno 26, tra le quali nove donne e quattro bambini. Secondo i servizi di soccorso palestinesi, dall’inizio dell’offensiva israeliana, l’8 luglio scorso, i morti sarebbero ormai almeno 1.113. Agli oltre 200 mila sfollati di Gaza (su una popolazione di 1,8 milioni) se ne sono aggiunti nelle ultime ore altri 20 mila. Sul fronte israeliano cinque soldati sono stati uccisi ieri nei combattimenti contro un commando palestinese che stava tentando di infiltrarsi in un tunnel a Nahal Oz, vicino la frontiera con Gaza. Una delegazione palestinese è in viaggio verso il Cairo per valutare la proposta di “cessate il fuoco” nella Striscia di Gaza proposta dalle autorità egiziane. Secondo quanto riferisce l’emittente satellitare al Arabiya,la delegazione comprende un’esponente di Fatah, Azzam El-Ahmed, il rappresentante di Hamas, Moussa Abu Marzouk, Zeyad El-Nakhala della Jihad islamica, e il generale Majed Faraj, direttore dell’intelligence palestinese.
Brucia, e si ferma, l’unica centrale elettrica di Gaza
È stata la notte «più violenta da giorni», ha riferito un giornalista sul posto. Il premier Benjamin Netanyahu, lunedì sera, ha detto al Paese di prepararsi con «forza e determinazione» a una lunga offensiva, lasciando intendere che una conclusione rapida del conflitto non è all’ordine del giorno. Anche perché i razzi palestinesi continuano a piovere su Israele: una decina almeno quelli di stamane, tra cui due caduti a una decina di chilometri a sud di Tel Aviv. Undici persone sono rimaste uccise in un attacco contro una casa nel campo profughi di Bureij. Nel mirino sono finiti anche i locali della televisione e della radio di Hamas. Colpita anche l’unica centrale elettrica di Gaza, contenitori di combustibile sono in fiamme da diverse ore e per il momento non è possibile spegnere l’incendio. La centrale ha smesso di funzionare, dopo che una delle tre cisterne di stoccaggio carburante è stata centrata da colpi di artiglieria dell’esercito israeliano. Serviranno mesi per riparare i danni. Prima della chiusura della centrale, gli abitanti della Striscia di Gaza avevano elettricità per sole tre ore al giorno a causa degli attacchi che hanno danneggiato le linee elettriche. Sotto le bombe è finita anche la casa di uno dei capi di Hamas, Ismail Haniyeh. La casa dell’ex premier, che è stata colpita da un missile, era però vuota al momento dell’attacco, come ha confermato sulla sua pagina Facebook il figlio di Haniyeh.
Mogherini: “Cessare il fuoco”
«L’imperativo di queste ore è fermare il conflitto, fermare le operazioni militari di Israele a Gaza, fermare il lancio di razzi di Hamas», ha detto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini nel corso di una informativa urgente nell’Aula della Camera sulla situazione in Medio Oriente. «Stiamo tutti lavorando», ha aggiunto Mogherini, «perché ci sia un cessate il fuoco duraturo. L’invito che vorrei fare, a tutti noi in quest’aula e all’opinione pubblica italiana è di non farci intrappolare anche noi in quella bolla di odio, di non cedere alla logica della partigianeria, all’idea che ci si debba dividere tra amici di Israele e amici della Palestina, che si debba scegliere da che parte stare, nel conflitto tra due disperazioni e tra due esasperazioni».
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