Riforme, al Senato si litiga sul ‘canguro’ che elimina in blocco 1400 emendamenti, scontro Grasso-Grillini
A Palazzo Madama si litiga sul «canguro». La prassi che consente di saltare in un colpo solo tutti gli emendamenti simili ad un altro che viene bocciato dall’aula ha scatenato l’ira dei gruppi di opposizione che contestano l’applicazione drastica di questo metodo su una materia importante come quella costituzionale. In particolare viene criticata al presidente Pietro Grasso la disinvoltura con cui la procedura, prevista anche dal regolamento del Senato, è stata adottata e che nella prima giornata di applicazione, martedì, ha consentito il superamento in blocco di 1.400 emendamenti a fronte di sole 5 votazioni. Per questo motivo alla ripresa della seduta, questa mattina, le minoranze sono insorte (ma non solo loro: tra gli interventi più critici va segnalato anche quello del senatore Pd, Massimo Mucchetti) e hanno ottenuto la sospensione dei lavori per consentire alla giunta per il regolamento di riunirsi per fare chiarezza e dare un’interpretazione «autentica» sulla norma.
I dubbi sul voto singolo
In particolare dal M5S viene contestato il fatto che con il «canguro» applicato senza mediazioni vengono cancellati a cascata tutti gli emendamenti affini ad un testo bocciato, senza che ne vengano messi in votazione almeno tre (tendenzialmente i due più distanti come contenuto e uno intermedio) in modo da dare una rappresentazione più completa dell’orientamento dei gruppi su uno specifico argomento.
Una lunga giornata
La polemica sulla votazione «a salti» arriva all’indomani di una giornata particolarmente tesa, iniziata con un tentativo di mediazione andato a vuoto da parte del portavoce della minoranza Pd e proseguita con una seduta fiume carica di momenti difficili e incomprensioni. Lo stesso presidente Pietro Grasso era stato ad esempio contestato non solo per la decisione di applicare la procedura di scrematura ma anche per non avere vigilato sulle modalità di effettuazione delle riprese televisive di Senato Tv: i parlamentari di M5S e Lega hanno denunciato di essere stati oscurati durante i loro interventi a favore di un’immagine fissa e fuori scena dello stesso presidente, in quel momento non necessaria.
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