Riforme, incontro di tre ore a Palazzo Chigi tra Renzi e Berlusconi. Il patto sull’Italicum si allarga ad Afano
Silvio Berlusconi, accompagnato da Gianni Letta, è giunto questa mattina alle 8 a palazzo Chigi per incontrare il premier Matteo Renzi. Al centro del colloquio – durato tre ore – le modifiche alla legge elettorale. È stato il terzo incontro tra il leader FI e il capo del governo.
Il tentativo è di trasformare il Patto del Nazareno nel «Patto del Bar», acronimo di Berlusconi-Alfano-Renzi. Il vertice di stamane è stato infatti preceduto ieri da un faccia a faccia tra il premier e il leader di Ncd, e sul tavolo restano parecchie spine. Il leader di Fi è ben disposto a venire incontro ad Alfano e ai partiti minori della maggioranza. Ma non si può stravolgere l’impianto della legge, spiegano da Forza Italia.
«I cespugli – spiega una fonte azzurra – cercano di fare i guastatori, di imporre a Renzi le loro condizioni, ricattandolo con lo spauracchio dei gruppi unici dei “piccoli indiani”. Il riferimento, poco amichevole, è all’ipotesi della costituzione dei gruppi unici Ncd, Udc, Popolari per l’Italia e una parte di Scelta civica.Ieri rappresentanti di questa area, che per il momento è di 80 tra deputati e senatori, si sono incontrati al Senato e hanno deciso di marciare uniti sulla legge elettorale ma anche sulla legge di stabilità. Loro dicono che le intenzioni sono «costruttive»; i berlusconiani li definiscono invece «guastatori».
«Noi – spiega Alfano – abbiamo tre obiettivi tutti di buon senso. Il primo è un premio di maggioranza, anche robusto, a chi vince perché chi vince ha il diritto di governare. Il secondo è quello delle preferenze perché gli italiani hanno diritto a scegliere il proprio candidato preferito. Il terzo è quello delle soglie ragionevoli perché nell’altra parte della Camera dei deputati, non quella di chi vince ma quella di tutti gli altri, gli italiani hanno diritto ad essere rappresentati». Nell’incontro con Alfano, Renzi non ha chiuso alle proposte di Ncd, nemmeno all’ipotesi che il voto dell’elettore venga dato ai singoli partiti e non alle coalizioni. Certo, al Pd conviene perchè, riconfermando i voti delle Europee, vince o al primo turno o al secondo. Non conviene per niente a Berlusconi che vuole riportare all’ovile Alfano e gli altri: Fi è sotto il 20% e ha bisogno di una coalizione per provare a competere con la sinistra.
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