Effetto Tavecchio, Antonio Conte nuovo Ct della Nazionale. Ingaggio da capogiro: 3,6 milioni di euro annui
Antonio Conte è il nuovo commissario tecnico della Nazionale piu’ pagato della storia del calcio. L’allenatore salentino ha firmato un contratto biennale con la Figc, fino al 31 luglio 2016 con un compenso annuo di 3,6 milioni euro.
Il nuovo ct, si legge in una nota della Figc, “ha condiviso con il presidente Tavecchio il progetto di rilancio della Nazionale e il progetto di formazione dei nuovi calciatori azzurri attraverso i centri di formazione federale, con un forte impegno del C.T. nell’ambito del Settore Tecnico anche come coordinatore delle squadre giovanili, posizione già ricoperta da Arrigo Sacchi”.
Il contratto tra la Figc e Conte “prevede un compenso allineato ai costi della precedente gestione con un bonus per la qualificazione a EURO 2016, un ulteriore bonus in caso di miglioramento del Ranking FIFA di almeno 5 posizioni, e un terzo bonus in caso di partecipazione alla Finale Euro 2016. Contestualmente, la Figc ha definito i termini di un nuovo rapporto di partnership commerciale con alcuni dei propri sponsor con termini assai innovativi per la internazionalizzazione del marchio Figc e la valorizzazione della Nazionale, e che prevedono anche l’utilizzazione dell’immagine del nuovo ct. come testimonial, rendendo così possibile l’intera operazione”.
La conferenza stampa di presentazione del nuovo ct è prevista per martedì prossimo 19 agosto alle ore 11.30 presso l’Hotel Parco dei Principi a Roma.
La Nazionale è dunque nelle mani di Antonio Conte. Toccherà al 45enne tecnico salentino voltare pagina dopo la disastrosa spedizione mondiale in Brasile e avviare un nuovo ciclo azzurro. Conte, il primo ct ‘made in Sud’ nella storia della selezione, ha siglato un contratto biennale che lo rende unico rispetto ai suoi predecessori. Guadagnerà più di ogni altro ct tricolore, circa 3 milioni l’anno, grazie al provvidenziale sostegno garantito dalla Puma, lo sponsor tecnico della Figc. All’ingaggio super, corrisponderà un ruolo che andrà ben al di là della guida tecnica della Selezione. Un compenso non affatto in linea con la politica di controllo delle spese di manager e super manager pubblici il cui tetto e’ stato fissato da governo in 270 mila euro annui. Il compenso di Conte non manchera’ di sollevare polemiche vista la sproporzione della sua super paga rispetto a tutti gli allenatori del passato della nazionale e del clima di austerita’ del Paese.
Conte sarà un manager azzurro a 360 gradi e, con il suo staff storico (Angelo Alessio, Massimo Carrera, Paolo Bertelli) si collocherà al vertice di una struttura che comprenderà anche le selezioni giovanili. Sarà un ct, ma proverà a mantenere il Dna da allenatore di club. Vuole impostare un rapporto di stretta collaborazione con i club, chiamati a fare la propria parte nell’operazione ‘rilancio azzurro’: Conte ritiene indispensabile svolgere una serie di stage, probabilmente 3, per plasmare il gruppo e impartire lezioni tattiche. E’ facile ritenere che, dopo 3 scudetti in 3 anni, l’ex allenatore della Juventus voglia guidare un gruppo vincente e non limitarsi a partecipare agli Europei del 2016.
Il pronto ritorno in panchina, dopo un mese di vacanza, conferma che Conte non ha lasciato il club torinese per la semplice necessità di riposare e staccare la spina. L’addio ha sancito la fine di un ciclo vincente, con un gruppo portato al massimo del rendimento possibile. Adesso, a Coverciano, il ct si troverà a lavorare con diversi giocatori salutati all’improvviso a Vinovo a metà luglio. Con ogni probabilità, infatti, la prima Italia targata Conte proporrà il modulo 3-5-2 nell’amichevole in programma il 4 settembre a Bari contro l’Olanda.
Tra i pali, non ci sono dubbi: maglia e fascia di capitano per Buffon. Bonucci e Chiellini, pilastri della retroguardia bianconera, sono destinati a recitare un ruolo di primo piano anche in azzurro. Non è disponibile Barzagli, out dopo un’operazione, ma si può fare affidamento sull’interista Ranocchia, che il nuovo ct ha sempre apprezzato. Si può attingere al serbatoio juventino anche per costruire il centrocampo a 5: Marchisio è una garanzia e Pirlo, su richiesta esplicita del commissario tecnico, potrebbe tornare sui propri passi dopo l’addio alla Nazionale.
De Rossi sarà un perno e potrà essere utilizzato in posizioni diverse, magari come schermo difensivo come accade nella Roma targata Garcia. De Sciglio, Pasqual, Darmian, Candreva e Florenzi offrono sono soluzioni per le fasce, anche se con caratteristiche differenti l’uno dall’altro. In avanti, si ripartirà dal talento di Rossi e dai gol ‘potenziali’ degli emergenti di lusso come Immobile e Destro. Un capitolo a parte riguarda Balotelli. L’attaccante del Milan, chiamato a fare il definitivo salto di qualità, dovrà guadagnarsi prima la convocazione e poi il posto.
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