Bufera nel Pd a Genova, la vittoria del vendoliano Doria mette in crisi il partito. Bersani deve correre ai ripari
Il trionfo a sorpresa di Marco Doria alle primarie di Genova con l’appoggio determinante di Sel manda in crisi il Pd locale e fa scattare l’allarme al quartier generale del Nazareno. ‘L’effetto Pisapia’, infatti, spiazza tutti, preoccupa molto i vertici Democratici e costringe Pierluigi Bersani a correre subito ai ripari. C’è, persino, chi avanza dubbi sul fatto che il sostegno al governo Monti possa snaturare la mission del partito e disaffezionare gli elettori.”Accettiamo con serenità l’esito delle primarie, perché quando si fanno primarie di coalizione si accetta che possano esserci esiti vari, ora mettiamoci a lavorare ventre a terra per vincere con Doria”, dice il leader Dem, gettando acqua sul fuoco. E le primarie tornano sul banco degli imputati.
Le ripercussioni interne al Pd si sentono. Il segretario provinciale Victor Rasetto e quello regionale Lorenzo Basso si dimettono: ”E’ sbagliato drammatizzare l’esito delle primarie, ma anche fare finta che il partito non abbia problemi”. Il sindaco uscente Marta Vincenzi, non la prende affatto bene e punta il dito sui dirigenti del suo partito: ”Dovevo dargli una mazzata subito invece di aspettare che si rassegnassero”. Enrico Letta però è tranchant: ”Accade che si perda a Genova se ci si divide e se si sottovaluta il giudizio dei genovesi sul governo della città”.
Esulta, invece, Nichi Vendola: ”Non ha vinto un partito, bensì una domanda di rinnovamento. La nostra aspirazione è costruire il cantiere dell’alternativa”. Incassata la vittoria sotto la Lanterna, ora Sinistra e Libertà guarda con particolare attenzione a Palermo, dove il voto per decidere il candidato sindaco del capoluogo siciliano si terrà il 4 marzo e i partiti del centrosinistra hanno raggiunto l’unanimità attorno al nome di Rita Borsellino. Ambienti di Sel fanno sapere che Vendola scenderà in campo per sostenere personalmente la sorella del giudice antimafia (la data ancora non è stata definitiva, ma dovrebbe essere tra la fine del mese e i primi di marzo.
Non la prende bene Marta Vincenzi, sindaco uscente: ”Il rischio di una città che muore e non vuole riconoscerlo è lì: è nel voto a Doria come voto anticasta del tutti uguali. Viva i predicatori. Nel non riconoscere l’onesta fatica del riformismo vero. Nell’agitarsi dei gruppi di potere dentro e a fianco del Pd. Dovevo dargli una mazzata subito invece di aspettare che si rassegnassero”. La Vincenzi si paragona a Ipazia, la filosofa di Alessandria d’Egitto assassinata da fanatici cristiani nel V secolo: ”A lei è andata peggio”. E fa autocritica: ”Ho provato a tenere insieme una maggioranza impossibile. Non sono riuscita ad essere discontinua sino in fondo -dice- speravo che il Pd mi digerisse elaborando il lutto del 2007, non è successo. Nessuno ha digerito il Pd. Bravi tutti”. Si fa sentire anche la senatrice Pd Roberta Pinotti, l’altra sconfitta alle primarie insieme alla Vincenzi, che su Twitter fa gli auguri al neocandidato sindaco: ”Credo alle primarie come strumento di democrazia. Ho telefonato a Doria per congratularmi e confermargli sostegno e disponibilita”’.
La vittoria di Doria, dunque, apre una fase di riflessione interna, in vista anche delle politiche. Matteo Renzi mette in guardia dal rischio che possa andare i soffitta il metodo delle primarie. ”Non vorrei che la vicenda genovese, come altre analoghe in tutta Italia, diventasse l’occasione per bloccare il meccanismo delle primarie”, scrive il sindaco di Firenze nella sua enews, che rilancia: ”Personalmente credo che non ci siano alternative: alle primarie tutti se la giocano alla pari e non devono esistere i candidati del partito. Chiunque vinca il giorno dopo ha diritto all’aiuto degli altri, in lealtà e trasparenza. Noi -avverte- dobbiamo uscire dal modello di partiti pesanti che decidono la linea da Roma”. La democrat Marina Sereni getta acqua sul fuoco delle polemiche: ” ‘L’esito delle primarie liguri non può essere oggi oggetto né di polemiche né di recriminazioni. Ora tutto il centrosinistra deve sentirsi impegnato per vincere le elezioni amministrative con il candidato Doria, mettendo al centro la costruzione di un programma innovativo e convincente per la citta”’. Salvatore Vassallo avverte: ”C’è da augurarsi che dopo i risultati di Piacenza e di Genova non ripartano nel Pd, come capita ormai ad ogni pie’ sospinto, lamentazioni pubbliche e manovre sotterranee contro le primarie”. ”Tutta la dirigenza del partito, me compreso, deve fare subito una severa autocritica al proprio operato”, riconosce il segretario regionale ligure del Pd, Lorenzo Basso, che si chiede: ”Perché non abbiamo saputo ascoltare i segnali di insofferenza dei nostri militanti verso inutili divisioni e personalismi? Perché non siamo stati capaci di convergere su un nostro candidato unitario?”.
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